Tar: no ad aumento Tari Chieti, M5S: “L’avevamo detto”

Nel marzo del 2017 avevano contestato la delibera che stabiliva l’aumento della Tari a Chieti, ora il M5S esulta per il no arrivato da Tar.

I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Chieti, Ottavio Argenio e Manuela D’Arcangelo, avevano evidenziato le carenze della delibera approvata in Commissione bilancio e relativa all’aumento della Tari, esponendo anche in Consiglio comunale le loro perplessità. La maggioranza decise di respingere le pregiudiziali avanzate dai pentasatellati; alla vicenda si aggiunge oggi anche il parere del Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ma per il sindaco Di Primio si tratta di una vittoria di Pirro.

“Il Tar Abruzzo – si legge nella nota di Argenio – dà ragione al lavoro svolto dal Movimento 5 Stelle e sentenzia la nullità della Delibera di Consiglio comunale n. 230 del 31 marzo scorso, accogliendo il ricorso amministrativo presentato dagli altri consiglieri di opposizione e fondato sulle questioni pregiudiziali presentate dai consiglieri del Movimento. Si tratta di una decisione che avrà un effetto dirompente sul bilancio dell’ente, poiché gli aumenti erano stati decisi per far fronte al costo del servizio, aumentato di ben 2 milioni di euro dovuti dal Comune a Formula Ambiente in virtù dell’atto transattivo che, già nel 2015, era stato oggetto di una nostra denuncia depositata alla Procura della Repubblica. Soldi che adesso, verosimilmente, il Comune dovrà reperire attraverso il riconoscimento di un debito fuori bilancio, visto che le somme non dovute e già pagate dai cittadini dovranno esser loro restituite. Questa decisione del Tar certifica, finalmente, come tutte le accuse di populismo e di incompetenza che ci sono state mosse in questi 3 anni di consiliatura, soprattutto dal sindaco Di Primio, erano e sono totalmente infondate e meritano di essere rispedite al mittente. Un sindaco che non controlla l’operato degli Uffici comunali portando in approvazione del Consiglio provvedimenti illegittimi è un sindaco totalmente inaffidabile e inadeguato a ricoprire qualsiasi ruolo politico-istituzionale. Le criticità economico-finanziarie adesso sono talmente tante e di tale rilevanza che crediamo ormai non più procrastinabile l’approvazione della nostra proposta di Delibera istitutiva della Commissione di inchiesta sul bilancio. Il Consiglio comunale deve essere messo nelle condizioni di sapere se l’unica strada possibile da percorrere e’ quella della procedura per il riconoscimento del dissesto finanziario, prevista dall’art. 244 del TUEL o se sussistono ancora margini di manovra per evitare il ‘fallimento’ del Comune. Di certo riteniamo ormai necessario cambiare radicalmente la politica perseguita dal nostro Comune e torniamo a chiedere a gran voce le dimissioni di questo Sindaco”.

 

Poco dopo è arrivata la replica del sindaco di Chieti, Umberto Di Primio:

“Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo (sezione prima), pur confermando la bontà dell’impianto della delibera di Consiglio Comunale del 31 marzo 2017, avente ad oggetto l’approvazione del piano finanziario della tassa sui rifiuti (Tari), per l’anno 2017 impugnata dall’opposizione, contesta la mancanza di una relazione allegata alla proposta di deliberazione del Piano Tari, esaminata dalla prima commissione consiliare nonché vistata dall’organo revisore, come sottolineato dagli stessi giudici amministrativi, ma che non sarebbe stata allegata alla documentazione predisposta per il Consiglio Comunale. Su una vicenda meramente formale, oggi, l’opposizione ottiene una straordinaria vittoria di Pirro, è evidente la pretestuosità dell’azione mossa dall’opposizione di centro sinistra e da tre ‘noti cittadini’ che cercano di seguire la strada giudiziale per avere visibilità. Il loro risultato, pero’, rischia di riversarsi come danno sui cittadini: ricordo, a tale proposito, che la Tari è un servizio del quale bisogna coprire il costo per intero. In attesa del giudizio di secondo grado in considerazione di analoghe esperienze in altri Comuni e dell’orientamento della giurisprudenza di gravame, gli uffici comunali evidenziano che non sarà necessario attuare nessuna azione correttiva”.