Sanità, blitz dei lavoratori delle ditte esterne alla ASL di Chieti

Una quarantina di lavoratori delle ditte esterne oggi davanti alla sede della ASL di Chieti Scalo per sollecitare ancora una volta l’incontro con il direttore generale Pasquale Flacco a proposito delle condizioni di lavoro negli ospedali.

I 4o lavoratori hanno raggiunto la direzione sanitaria della ASL2, a Chieti in via dei Vestini, per chiedere un confronto sulla questione dei sottoccupati della sanità.

“Oggi, 2 marzo 2018, l’USB e i lavoratori delle ditte esterne impiegati nei servizi appaltati da ASL2 Lanciano Vasto Chieti, hanno deciso di recarsi personalmente nella sede della direzione sanitaria di Chieti per chiedere un incontro al direttore generale Pasquale Flacco. Sono passati 11 mesi da quando l’organizzazione sindacale ha chiesto per la prima volta al direttore Flacco di incontrare i lavoratori delle aziende esterne, per discutere delle condizioni vergognose in cui vengono impiegati negli ospedali. Quattro richieste di incontro e decine di segnalazioni per far presente alla direzione sanitaria che le aziende non stanno rispettando le minime condizioni di dignità, sia sul fronte salariale che su quello dell’organizzazione del lavoro. Abbiamo svolto presidi, manifestazioni, scioperi, raccolto migliaia di firme, incontrato l’assessore regionale alla sanità Paolucci e perfino consegnato in mano alla Ministra della salute Lorenzin le nostre richieste. Ma in tutti questi mesi il direttore Flacco non si è mai degnato né di incontrarci, né di rispondere alle legittime richieste che provenivano dai lavoratori e dall’utenza della ASL2. Come se il controllo sulla regolarità degli appalti non lo interessasse. Come se centinaia di lavoratori, impiegati negli ospedali di cui il dott. Flacco è direttore, non fossero un suo problema…”

Tra le rimostranze avanzate dai lavoratori figura anche la totale “discrezionalità lasciata alle stesse ditte nella gestione dei servizi appaltati, anche se a pagarne le conseguenze sono i lavoratori e i pazienti, anche se i fondi stanziati per gli appalti a queste aziende appartengono ai cittadini”.

Inoltre, secondo i lavoratori delle ditte esterne, nessuna azienda è stata controllata né sanzionata per le condizioni contrattuali applicate e per le condizioni di lavoro che ledono il benessere psicofisico.

“I servizi sanitari esternalizzati sono stati affidati ad aziende che nel tempo hanno fatto lievitare le spese degli appalti per le casse della ASL. Per non parlare poi della qualità del servizio rivolto all’utenza, mai preso sotto esame. Si producono condizioni di lavoro all’interno delle strutture pubbliche che spingono i lavoratori in una condizione di povertà e ricattabilità permanente”.