Frane, “Chieti come Orvieto”

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“Quello che stiamo vedendo a Chieti ad Orvieto è stato studiato, affrontato e gestito anni fa così un sottosuolo egualmente argilloso, di ispirazione etrusca, si è trasformato da minaccia a risorsa”. Al Tg8 l’analisi del professor Stoppa.

Gli amministratori  fanno la conta dei danni, chiedono fondi e dislocano cantieri. I tecnici verificano e indirizzano. Gli esperti riflettono e studiano. I cittadini hanno paura. Sembra un pò questa la catena di montaggio emotiva ed esecutiva che si vive a Chieti dopo la preoccupante escalation di cedimenti e frane. Un territorio messo a durissima prova certamente dalla violenta ondata di maltempo, ma è evidente che spiegazioni ben più mirate vanno rintracciate altrove. Convinto che l’attuale minaccia possa trasformarsi addirittura in risorsa, per Chieti e i suoi cittadini, il professore della d’Annunzio Francesco Stoppa: è lui, al microfono del Tg8, a spiegarci similitudini geologiche e storiche tra Teate e Orvieto con quest’ultima che, appunto, ha saputo volgere a proprio beneficio ciò che in un primo preoccupante momento sembrava una gruviera invivibile. ” Le voragini che si sono aperte nelle ultime ore in centro a Chieti-ci spiega Stoppa-Orvieto le ha vissute e affrontate diversi anni fa quando anche lì il terreno ha cominciato a mostrare tutta la sua precarietà. Chieti come Orvieto ha nel suo sottosuolo argilloso strutture risalenti all’epoca dei romani e degli etruschi. “Chieti come Orvieto – dice il docente della d’Annunzio- anzichè riempire la terra che si apre dovrebbe, con più lungimiranza, restituire le fondamenta al loro più antico splendore certamente tenendo conto di quanto sopra, con fare anche scellerato, gli è stato costruito nei secoli. Mai si  dimentichi cosa scorre sotto palazzi e strade”. Quanto alla comprensibile paura dei cittadini di Chieti, il professor Stoppa ci affida una sorta di messaggio dal sapore antropologico: ” Solo la natura può salvarci dalla natura: è a lei che dobbiamo restituire spazio e potere perchè solo essa può ricreare intorno all’uomo l’equilibrio di cui ha bisogno per sopravvivere”.

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