Ud’A, la class action risarcitoria unisce i sindacati

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Ci voleva la class action avviata nei confronti dei vertici della d’Annunzio, colpevoli secondo il Garante per la Privacy di aver spiato e conservato mail e connessioni internet, per unire i sindacati degli amministrativi.

La carta intestata della lettera inviata a tutto il personale non docente della d’Annunzio di Chieti-Pescara, per avviare una class action risarcitoria, dice chiaramente che questa vicenda, forse più di altre, ha unito i sindacati in un intento corale di rivalsa e giustizia. Forti di un dettagliato pronunciamento del Garante per la Privacy, sindacati e lavoratori sono pronti a chiedere il conto al Dg: la lettera di adunata alle armi, legali ovviamente, fa riferimento al controllo indiscriminato di posta elettronica e navigazione web, modalità questa che stando a centinaia di segnalazioni e soprattutto all’istruttoria del Garante alla d’Annunzio era consuetudine diventata regola.  “L’istruttoria del Garante – scrivono i sindacati d’Ateneo – ha evidenziato che l’infrastruttura tecnica adottata consentiva la verifica costante ed indiscriminata degli accessi sia alla rete che alla posta elettronica, in altre parole la nostra posta privata veniva letta, tenuta sotto controllo e conservata. Questi software operavano in background con modalità non percepibile dall’utente ed in questo modo è stato violato lo statuto dei lavoratori, anche nella nuova versione “jobs act”. L’Autorità garante ha dichiarato illegittimo il trattamento dei dati personali cosi raccolti e ne ha vietato l’ulteriore uso disponendo, comunque, la loro conservazione per consentirne l’acquisizione da parte della Magistratura a cui l’Autorità ha trasmesso gli atti. Sarà cura, in ogni caso, anche di questi sindacati interessare la Procura della Repubblica di Chieti”. Una vicenda questa che alla d’Annunzio ha smosso una reazione corale ed emotiva, indignata e assetata di giustizia esattamente quella che tutto il personale non docente chiede con la class action in fase di elaborazione. Una domanda, intanto, aleggia lungo i corridoi di via dei Vestini: il software ” spione” è stato ideato per il solo personale tecnico amministrativo, oppure non conosceva distinzioni di ruoli, titoli e scrivanie?

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