Ud’A, giornata decisiva su più fronti

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Mentre per la sfida all’ermellino di Rettore scende in campo anche il professor della “d’Annunzio” Capasso, ad ore due pronunciamenti molto attesi su due fronti diversi e convergenti.

Quello di Capasso è il quinto nome nella già vivace campagna elettorale per il rinnovo della carica di Rettore alla “d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Un dopo Di Ilio da molti atteso da tanti sperato. Rea, Caputi, Trinchese, Fusero, Capasso: questi i nomi ad oggi ufficialmente scesi in campo sebbene nell’aria se ne avvertano altri. A farla da padrona come nella più classica tradizione della “d’Annunzio” è il dualismo Chieti- Pescara: una sfida tra medici e letterati da una parte ed economisti, linguisti e architetti dall’altro. Un nome quello di Capasso che arriva nel giorno in cui tutto l’Ateneo attende due pronunciamenti assai anelati: da un lato quello per la restituzione dell’Ima anche agli amministrativi del sindacato Cisal di De Carolis, dall’altro quello per l’interdizione di Rettore e Dg. Una giornata che al netto di qualsiasi esito segnerà comunque un punto di non ritorno. Se interdetto Di Ilio lascerà la scena di un mandato che passerà alla storia della “d’Annunzio” solo, o quasi, per denunce, querele, fischi e vendette: una uscita di scena destinata a rimanere come una macchia indelebile non soltanto nel suo personale profilo accademico ma anche sulla onorabilità dell’Ateneo. In tutto questo guai a dimenticare le questioni che riguardano didattica, studenti e aule. Tra le tante polveri sollevate, sulle pagine del sito studentesco Romboweb, si parte dalle tasse che volano alle stelle (con migliaia di studenti che corrono il serio rischio di pagare il massimo tassabile a causa della scarsa chiarezza della procedura per l’inserimento dei dati ISEE) e si finisce con la denuncia di decine di studenti alle prese con l’esperienza dell’Erasmus. In tanti pare si siano sentiti rispondere dall’ufficio relazioni internazionali della d’Annunzio frasi del genere “Dai, resistete un pò” oppure “trovatevi un lavoretto” a fronte di ritardi spaventosi nell’erogazione dei contributi finanziari che spettano per regolamento.

Sul fronte Ima, il Giudice del Lavoro di Chieti Ilaria Prozzo, nell’ambito della prima udienza per discutere del ricorso presentato da ben 168 amministrativi, ha disposto ” la comparizione personale delle parti al fine di tentare una conciliazione ” rinviando il tutto al 6 aprile prossimo. E’ l’avvocato Leo Brocchi a spiegarci che in sostanza le singole cifre richieste dai 168 ricorrenti ( parliamo di calcoli effettuati come si dice “alla virgola” per il periodo che va dall’agosto 2014 al febbraio 2017, ossia dal giorno della unilaterale, mai concertata, repentina cancellazione da parte del Dg della voce IMA dalle buste paga ad oggi) sono state riconosciute come diritti negati e quindi da ripristinare e restituire. Il 6 aprile prossimo chi rappresenta l’Università in teoria non dovrebbe far altro che firmare l’accordo disponendo la restituzione del dovuto a ciascuno anche alla luce del recente pronunciamento relativo allo stesso ricorso, sempre per la restituzione dell’IMA, presentato da un altro sindacato in rappresentanza di una parte dei 330 amministrativi rimasti senza indennità per oltre due anni.  Nelle parole dell’avvocato Brocchi intuiamo la serenità di chi sa di poter già oggi, senza attendere il 6 aprile, dare ai suoi assistiti la notizia che più attendevano. E se la prudenza specie in talune circostanze non è mai troppa, i legali dei 168 sono già pronti all’ipotesi che il 6 aprile l’Università possa sollevare dubbi e obiezioni: hanno, infatti, già verificato che il totale dovuto ai 168 della odierna udienza, parliamo di  oltre 1 milione di euro, è nelle disponibilità delle casse della “d’Annunzio”. Come dire non potrà essere nemmeno questa un’obiezione a cui dg e legali possano aggrapparsi.