Teverola, due abruzzesi nella bancarotta della Molini Campania

Sei misure cautelari, emesse dal Tribunale di Napoli Nord, a carico di altrettanti soggetti indagati per la bancarotta della società Molini Campani di Teverola, attiva nella produzione di farina.

Tra le persone coinvolte gli imprenditori abruzzesi Luciano Bellia (residente a Chieti), per il quale il Gip ha disposto i domiciliari, e Giacomo Alimonti (residente ad Ortona), amministratore della Molini Campani cui è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia di giudiziaria. I militari hanno sequestrato lo stabilimento di Teverola oltre a beni e rapporti bancari intestati agli indagati per il valore di 2.643.449 di euro. L’inchiesta, che vede altre 12 persone indagate, quasi tutti cittadini egiziani, è stata coordinata dalla Procura diretta da Francesco Greco e condotta dai militari in collaborazione agli Ispettori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Per gli inquirenti gli indagati, cui sono contestati anche i reati di autoriciclaggio e furto aggravato, avrebbero sottratto illecitamente i macchinari e gli altri beni della Molini Campani (per un valore corrispondente al sequestro), in un periodo, il 2015, in cui la società era sottoposta al concordato preventivo in quanto coinvolta nel crack del Gruppo Alimonti, trasferendoli poi all’estero, in particolare in Egitto, attraverso i porti di Napoli e Salerno; per effettuare l’operazione gli indagati si sono serviti dell’azienda del siriano Sarraj Abdulrahim (finito ai domiciliari), che solo formalmente era incaricata di effettuare la manutenzione del sito, ma il cui reale compito era di portare materialmente i macchinari dalla Molini Campani ai porti di imbarco; l’operazione si chiudeva grazie all’utilizzo di fatture e bollette doganali false.