Referendum tra affluenza, curiosità e contestazioni

Un’affluenza molto alta, del 57.24% alle ore 19, ha caratterizzato la giornata elettorale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato a Palermo. Un referendum che passerà alla storia anche per il cosiddetto “caso matite”.

 

Il record di affluenza lo hanno registrato le regioni del centro nord, il Veneto e l’Emilia Romagna in testa, entrambe con il 65.91%; dal Piemonte alle Marche, tutte alle ore 19 hanno superato il 60% degli elettori andati a votare. Il Lazio, con il 56.86% dei votanti, mostra un’Italia “divisa in due” ma l’affluenza più bassa è in Calabria, con il 44,34% degli elettori che si sono presentati alle urne. Alta l’affluenza anche in Abruzzo dove alle 19 era andato a votare il 57% degli aventi diritto.

Il Comune abruzzese dove sono andati più numerosi a votare è Villa Sant’Angelo dove si è sfiorato l’80% dell’affluenza. La Prefettura più veloce al momento sembra essere quella de L’Aquila, mentre la più “lenta” è quella di Teramo.

Un’affluenza record ha caratterizzato la tornata referendaria. Gli italiani, probabilmente spinti da una campagna elettorale serratissima, tanto sul fronte del “no” quanto su quello del “sì”, sono andati in massa a votare con percentuali bulgare al nord. I dati sono ancora più impressionanti se confrontati con i due precedenti referendum costituzionali.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invece votato a Palermo, presso la scuola media “Piazzi”, a poca distanza dalla centrale via Libertà dove si trova la sua residenza.

La giornata è stata caratterizzata dal cosiddetto “caso matite”: molti, dopo un tam tam su Fb, sono arrivati al seggio armati di gomma per cancellare, per verificare l’alterabilità o meno del segno. L’allarme era partito dopo le denunce di comuni cittadini e quella del cantautore toscano Pierò Pelù che su Fb ha scritto: “La matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio. Fatelo pure voi”. Nel giro di poche ore sono cominciate a fioccare centinaia di segnalazioni: le prima da Roma e Mantova. In alcuni seggi è stato richiesto l’intervento di Polizia e Carabinieri per calmare gli animi.

Nella storia della Repubblica sono stati due, fino a quello di oggi, i referendum di tipo costituzionale, quello per la modifica del Titolo V nel 2001 e quello del 2006 sulla devolution. Dall’analisi dei dati dell’affluenza, emerge che la consultazione referendaria di oggi ha registrato un’affluenza alle ore 12 superiore alle consultazioni del 2001 e del 2006, come anche di molto superiore al referendum sulle trivellazioni in mare dell’aprile scorso. Per quanto riguarda l’affluenza degli italiani all’estero, invece, il confronto del dato (che oggi si avrà soltanto in tarda serata) sarà disponibile solo per il referendum costituzionale del 2006 (allora votò complessivamente il 27,87%) in quanto nel 2001 l’attuale modalità di voto all’estero non era prevista (per il referendum sulle trivelle ha votato il totale il 19,73% degli aventi diritto).

Ore 00.25: Renzi parla da Palazzo Chigi e, tra le altre cose, annuncia: “Domani consegno le dimissioni al Presidente della Repubblica”. E ancora: “Si può perdere un referendum ma non il buon umore, ma io ho perso e lo dico a voce alta anche se col nodo in gola. Nella politica italiana non perde mai nessuno, ma io lo ammetto e non faccio finta di nulla: l’esperienza del mio governo finisce qui. Renzi ha, quindi, ringraziato la moglie Agnese ( presente a Palazzo Chigi), i figli e i giornalisti. 

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