Processo Bussi, difese all’attacco della Gerardis

Difese ancora all’attacco nel processo in Corte d’Assise d’Appello a L’Aquila sulla cosiddetta mega discarica dei veleni di Bussi. Dito puntato contro la Gerardis.

Nell’udienza riservata alle repliche, i legali dei 19 imputati accusati di avvelenamento e disastro ambientale hanno puntato il dito contro l’avvocato dello Stato Cristina Gerardis, direttore generale della Regione Abruzzo, che nei due interventi ha fornito alla corte nuovi elementi, soprattutto uno studio allarmante sull’inquinamento e l’avvelenamento. In particolare, l’avvocato Carlo Sassi del foro di Milano che difende Nazzareno Santini, direttore dello stabilimento dal 1985 al 1992, Carlo Vassallo, direttore dello stabilimento di Bussi dal 1992 al 1997, Leonardo Capogrosso, coordinatore dei responsabili dei servizi Pas degli stabilimenti facenti capo alla Montedison-Ausimont di Milano, e Nicola Sabatini, 90 anni, vice direttore pro tempore della Montedison di Bussi dal 1963 al 1975, ha chiesto al collegio di escludere dal materiale probatorio la produzione di atti fatta dalla Gerardis, risalenti alla fine dello scorso anno e al 2016. Tutti gli altri avvocati, tra cui molti di grido, si sono associati a questa eccezione: la procura generale ha deciso di rimettersi alla decisione della Corte che si pronuncerà il 17 febbraio prima di entrare in camera di consiglio per la sentenza. Secondo quanto trapelato, visto che il processo è a porte chiuse, l’avvocato Sassi ha proseguito nella sua arringa dicendo “no a frasi enfatizzanti”, ma contestando il fatto che negli interventi di accusa non sono mai stati fatti i nomi degli imputati, ex dirigenti della Montedison, azienda che ha gestito il sito per molti anni. In sostanza, si è eccepito che sono state fatte delle contestazioni astratte e non poggiate su solide basi e impossibili da attribuire. “Questo fa capire il fallimento delle strategie di accusa – ha detto ancora in aula Sassi che non ha mancato di sottolineare “il naufragio” della fattispecie dell’articolo 439, ovvero il reato di avvelenamento, nella sua prospettazione visto che non trova quasi mai applicazione. “Replicare a certe accuse – ha detto l’avvocato Giovanni Paolo Accini, del foro di Milano, difensore dell’ex amministratore delegato di Edison, Carlo Cogliati – è come affondare il coltello nel burro. L’avvocato dello Stato nei suoi interventi ha mostrato un silenzio tombale sulla realtà”. L’avvocato Riccardo Villata, che difende Camillo Di Paolo, responsabile della protezione e sicurezza ambientale dello stabilimento, ha parlato di “imbarazzo e sconcerto” in relazione alla accuse della Gerardis in riferimento al tentativo di introdurre nel processo documenti del 2015 e del 2016 e per non aver toccato i temi giuridici. Per l’avvocato Carlo Baccaredda Boy del foro di Milano, difensore di Domenico Angelo Alleva, responsabile tecnico della mega discarica, “mancano prove documentali e testimoniali, nessuno dei funzionari di Montedison ha mai nascosto nulla”.