Pescara, portuali sul piede di guerra

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Ennesimo e disperato appello degli operatori turistico-commerciali del porto di Pescara: denunciato l’immobilismo più completo a fronte dei soliti, noti, mai risolti disagi strutturali.

Ancora una lettera, ancora una volta indirizzata a mezzo Abruzzo, ancora una volta i toni sono esasperati e delusi. Ennesima denuncia degli operatori turistico-commerciali del porto di Pescara per il completo immobilismo dinnanzi a fondali insabbiati, canali trappola e inquinamento. Si domandano che fine abbia fatto il PRG portuale approvato, dove siano finite le promesse reiterate nel tempo, cosa ne sarà del porto di Pescara.  “Ci avevano assicurato che da settembre 2016 sarebbero iniziati i lavori  per la creazione di una barriera soffolta e la conseguente apertura della diga foranea, nonchè un dragaggio di somma urgenza  per garantire almeno un minimo di traffico pescherecci e commerciale- scrivono gli operatori-. E, invece, ogni promessa è stata disillusa e speranza spenta”. Un silenzio, quello sceso su tutto quanto orbita intorno al porto di Pescara, che definiscono offensivo e assordante, incomprensibile e scellerato.  I balneatori speravano nell’apertura della diga foranea durante l’inverno per poter programmare al meglio la stagione estiva, gli operatori del porto, i ricevitori  e i pescatori confidavano negli interventi  di dragaggio e nei lavori per la costruzione delle nuove strutture. “Come operatori portuali- concludono la lettera- abbiamo interessato l’Autorità Portuale del Mare Adriatico Centrale con sede in Ancona che speriamo ci rappresenti comprendendo l’emergenza che siamo costretti a fronteggiare senza più avere risorse e forze”.