Omicidio Vasto, il ruolo dei social

Nel giorno dell’incidente probatorio che verificherà se qualcuno abbia, o meno, indicato telefonicamente a Di Lello dove si trovasse D’Elisa, sua vittima di lì a poco, con un esperto riflettiamo sul ruolo giocato dai social.

E’ con l’avvocato Andrea Monti, esperto in materia, che proviamo ad orientarci nel magmatico mondo dei social protagonisti, a modo loro, dei tragici fatti consumatisi a Vasto la scorsa settimana. Certamente ancora tutto da verificare il ruolo che può aver giocato quanto nei mesi è stato scritto proprio sui social contro D’Elisa, il ragazzo che aveva investito e ucciso Roberta, moglie di Fabio Di Lello: può quello essere stato un modo per istigare un uomo annientato da dolore e certamente non presente a se stesso? L’avvocato Monti ci ricorda innanzitutto che lo schermo di un pc, per intenderci quello dietro al quale molti si celano pensando di essere almeno in quella dimensione autorizzati a far tutto, non crea alcuna distanza tra ciò che si scrive e quanto questo inneschi o scateni. In altre parole, la responsabilità penale scatta egualmente e poco cambia se l’illecito viene commesso dietro una “fotina” da social. Altro passaggio interessante quello in cui l’esperto ci consegna dati che parlano di una società sempre più massicciamente presente sui social: “numeri in crescita che aumentano il livello di irresponsabilità e ignoranza intesa come la non conoscenza delle basilari regole della convivenza. ” Una cosa ribadirei – ci saluta così l’avvocato Monti-: la libertà di parola non è poter infilare parole in libertà”.

L’INTERVISTA ALL’AVV. ANDREA MONTI