Morbillo, “casi scongiurati se ci si tornasse a vaccinare”

A man receives a measles vaccine in Berlin, Germany, 23 February 2015. A child has recently died of the measles in Berlin. Photo: LUKAS SCHULZE/dpa

L’Abruzzo è la quinta regione in Italia per casi di morbillo finiti all’attenzione del personale ospedaliero: ” Se ci si vaccinasse, senza inutili timori, riusciremmo a debellarla definitivamente”. Ne è certo l’infettivologo Giustino Parruti.

Sintomi riconoscibili, epidemia sotto controllo, nessun caso finito in rianimazione, urgenza di tornarsi a vaccinare. Molto, ma molto in sintesi, questo il filo conduttore dell’intervista che abbiamo fatto all’infettivologo, in forza all’Ospedale di Pescara, Giustino Parruti sul morbillo. Ad oggi 25-30 circa i casi trattati a livello ospedaliero, dato questo che colloca l’Abruzzo tra le prime cinque regione in Italia per diffusione della malattia. E se nessuno dei ricoverati ha dovuto ricorrere alla rianimazione, nelle parole dell’esperto un vero e proprio appello “a tornare, con fiducia e serenità, alla vaccinazione anche contro questa malattia”. Vaccinazione che può, secondo Parruti “deve”, esser concepita anche per gli adulti sempre che, a memoria di mamma o con accertamenti specifici, abbiano la certezza di non averla contratta da bambini. Quanto alla spiegazione scientifica che il dottor Parruti ci fornisce dell’impennata di morbillo che si sta registrando anche in Italia, e nel nostro Abruzzo, questa “va rintracciata nei movimenti sempre più incontrollati delle popolazioni da un territorio ad un altro”, facendo riferimento alle popolazioni che non hanno la logica dei vaccini e per questo veicolano ancora malattie come, appunto, il morbillo”.

Il servizio del Tg8: