Pescara: sotto Ponte Ferro tornano i senzatetto

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Pescara: dopo lo sgombero di martedì scorso, è ripreso il bivacco dei disperati sotto il Ponte di Ferro. La storia di Sasha che ha perso il lavoro e ora dorme in strada.

A Pescara Portanuova, proprio sotto al ponte di ferro, coperte, cartoni, bottiglie di alcolici, buste con il cibo testimoniano la presenza, di notte, di senza fissa dimora che cercano un tetto sulla testa e un riparo. Sono passate solo poche ora dallo sgombero di martedì da parte della Polizia Municipale che l’accampamento di disperati e senzatetto è tornato. Sono anni che in quella zona si scorgono giacigli di fortuna, per lo più cartoni, dove coricarsi, la sera per cercare di sfuggire al freddo, tutto questo, però, tra rifiuti e sporcizia.

Abbiamo incontrato uno dei senza fissa dimora che dormono qui: si chiama Sasha, è ucraino e da 10 anni vive in Italia. Prima lavorava come idraulico e muratore. Ora ha perso il lavoro. Sono in tre a passare le notti sotto il ponte, prima ne erano dieci, ci dice, tra i quali anche Italiani. Sasha vorrebbe lavorare ma di andare in dormitorio non se ne parla. Storie di solitudine e disperazione che nemmeno gli sgomberi riescono a spazzare via per rendere più dignitosa la vita di queste persone.

Nonostante l’attenzione del Comune e del nucleo Antidegrado della municipale sia costante su questa zona, – dichiara l’assessore Gianni Teodoro, some si legge su Il Centro – la situazione non cambia molto, anzi. Se appena una settimana fa sembrava tutto in ordine, ora l’immagine di degrado è tornata campeggiare nell’area che si trova a pochi passi dal parcheggio della golena sud. E con il passare dei giorni si può solo scivolare più in basso perché in quel punto si concentrano persone senza dimora che rifiutano altre sistemazioni, ad esempio al centro Britti e alla Caritas.

L’assessore Antonella Allegrino, che ha aperto la struttura di via Rio Sparto per dare accoglienza ai senza tetto nei periodi più freddi dell’anno, afferma che il centro Britti funziona. In un mese, dal 30
dicembre al 30 gennaio, si sono rivolti al centro Britti un centinaio di senza dimora, in gran parte italiani, ma anche di altre nazionalità, e cioè rumeni, marocchini, albanesi, nigeriani, polacchi e russi.
I posti letto a disposizione sono 70 e ogni sera gli ospiti sono tra le 40 e le 50 persone, trovando un posto caldo dove dormire fino alla fine di febbraio. Il centro è aperto dalle 19 alle 9 del mattino e al suo interno sono operativi i volontari dell’associazione On the Road, delle Comunità Papa Giovanni XXIII e Sant’Egidio, dell’associazione culturale Emozioni, dell’Ordine di Malta, della P.E.A (Psicologia Emergenza Abruzzo), gli scout giovani, i volontari. Hanno dato un contributo anche il Banco Alimentare e i parrocchiani delle chiese di San Gabriele e Santa Lucia, con prodotti per la colazione,
mentre alcuni artisti hanno intrattenuto gli ospiti.