Farindola, il paese prova a ripartire

dav

Farindola, il paese prova a ripartire.  Le giornate sembrano essere tornate a scorrere regolarmente, ma “nulla è più come prima”, ripetono i cittadini, da quando non c’è più l’hotel Rigopiano, travolto e distrutto da una valanga lo scorso 18 gennaio, provocando la morte di 29 persone. Il piccolo centro di Farindola presenta ancora le cicatrici causate dall’eccezionale ondata di maltempo, ma prova a ripartire.

Certo è che la valanga, insieme al resort, che era considerato uno dei gioielli di quella parte d’Abruzzo, ha travolto anche il sistema economico che vi ruotava attorno. E il maltempo ha fatto il resto: frane, smottamenti, strade impraticabili, edifici e stalle crollate. “Il lavoro di molte attività, dall’edicola alla lavanderia ai bar – dice un signore in una delle stradine principali del paese – non è più lo stesso”. Insieme ai resti dell’hotel, la Procura di Pescara ha sequestrato anche la strada che, al di sopra dell’area del resort, conduce da un lato all’Aquilano e alla zona di Campo Imperatore e dall’altro al Teramano. Una zona di montagna, con boschi e aree picnic, prima presa d’assalto, soprattutto in primavera e in estate, da appassionati e turisti. Persone che visitavano il paese per un caffè, per mangiare in uno dei ristoranti o per acquistare il formaggio Pecorino di Farindola, conosciuto in tutto il mondo.

“Ora è tutto diverso – dicono al bar della piazza centrale – prima c’era molto più movimento, entravano più persone provenienti da fuori. C’è da dire che ci sono parecchi curiosi che entrano, si informano e poi magari raggiungono Rigopiano. Ma questa curiosità finirà”. “È un’inchiesta complessa, che coinvolge molte persone. Bisognerà aspettare che la giustizia faccia il suo corso”, dice un altro cittadino. I farindolesi, che pure in quella tragedia hanno perso concittadini, lavoratori e amici, però, pensano più a ripartire e a rilanciare un territorio martoriato dall’emergenza. “Il territorio è in ginocchio – sintetizza il sindaco, Ilario Lacchetta – non ci vengono garantiti i diritti minimi essenziali, come la salute o la viabilità. Se le scuole vanno avanti, invece, è solo grazie all’impegno dei dirigenti scolastici”. Il timore è quello di “essere abbandonati. L’unico asset che può consentire al paese di svilupparsi – aggiunge – è il rilancio dell’area dal punto di vista turistico, perché vivevamo solo di quello”. Stamani in paese si è svolto un evento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, promosso da Confindustria Chieti Pescara. Riprendendo lo slogan dell’iniziativa, ‘Il passato non deve impedirci di avere un futuro’, Lacchetta conclude dicendo con decisione che “questo slogan è la nostra mission per i prossimi anni”.