Regione, più fondi per fronteggiare le valanghe

Il Consiglio regionale d’Abruzzo ha approvato a maggioranza, su proposta dell’assessore regionale Donato Di Matteo, il Piano del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, una riforma attesa da 24 anni che secondo il centrosinistra aprirà le porte dello sviluppo per la montagna abruzzese, bloccata finora da norme troppo restrittive.

A votare a favore la maggioranza di centrosinistra, astenute le opposizioni di centrodestra e il Movimento cinque Stelle, contro ha votato sinistra italiana. “Il documento, atteso da ben 24 anni, rappresenta uno straordinario strumento di programmazione e un’occasione di rilancio per l’intera regione – afferma Di Matteo – Un traguardo storico raggiunto per i cittadini e le amministrazioni che vivono e convivono all’interno del Parco. Il Piano concretizzerà numerose opportunità per l’intera area portando sviluppo e valorizzazione del territorio”. Il capogruppo di Fi, Lorenzo Sospiri, ha spiegato che si tratta di un provvedimento importante, ma inefficace perché non può produrre effetti in quanto non c’è l’intesa con le regioni Lazio e Marche”. Secondo il centrosinistra, il Piano costituisce il perno fondamentale della gestione dei territori comunali all’interno del parco, in funzione dell’attuazione e tutela nell’interesse pubblico naturalistico. L’articolo 12 della Legge “Quadro sulle aree protette” n.394 del 6 dicembre 1991 afferma che “la tutela dei valori ambientali e naturali affidata all’Ente Parco è perseguita attraverso lo strumento del piano per il parco” attribuendo, quindi, al Piano del Parco il valore e l’efficacia della dichiarazione di pubblico generale interesse.

“Il territorio sprovvisto di Piano in questi anni è stato assoggettato a un regime di salvaguardia imperniato solo sui divieti – prosegue Di Matteo – Come effetto di tale condizione sfavorevole, che si è protratta nel corso del tempo, il Piano del Parco è stato vissuto soltanto attraverso obblighi stringenti o limitazioni, che hanno finora ostacolato, se non addirittura precluso, lo sviluppo dei territori interessati. La conclusione positiva dell’iter procedimentale costituisce un mutamento straordinario nella direzione del rilancio dei territori e della riorganizzazione della pianificazione strategica. Un ulteriore aspetto significativo, derivante dall’approvazione del Piano è la possibilità di liberare le Zone D, con le relative sottozone, a favore delle Amministrazioni locali. Il Piano – conclude Di Matteo – assume notevole importanza nell’ambito della gestione delle risorse naturalistiche dei territori ricompresi nel Parco”.

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