Pescara, rinviata a luglio l’udienza per il Palazzo d’oro della Asl

Pescara, rinviata a luglio l’udienza per il palazzo d’oro della Asl.  E’ stata rinviata al 25 luglio, per dare la possibilità alla difesa di valutare se formulare la richiesta di rito abbreviato, l’udienza preliminare del procedimento sul caso del “palazzo d’oro” di via Rigopiano a Pescara, acquistato nel 2012 da un imprenditore a 900 mila euro e rivenduto due anni dopo alla Asl di Pescara al triplo del prezzo.

Per la vicenda sono imputati, davanti al gup del tribunale di Pescara Elio Bongrazio, l’ex direttore generale della Asl, Claudio D’Amario, attualmente subcommissario alla Sanità in Campania, l’imprenditore Ermanio Cetrullo, il dirigente dell’ufficio Gestione del patrimonio della Asl Vincenzo Lo Mele e il responsabile unico del procedimento Luigi Lauriola, accusati a vario titolo di truffa e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, i soggetti danneggiati dall’operazione sarebbero la Asl e la Regione Abruzzo, e il prezzo d’acquisto del palazzo da parte della Asl “sarebbe stato sovrastimato di almeno 740 mila euro rispetto al reale valore di mercato”. Ciò avrebbe procurato “un ingiusto vantaggio patrimoniale” all’imprenditore Cetrullo. D’Amario si è invece sempre difeso affermando che l’operazione era mirata ad abbattere il costo degli affitti e a reperire gli uffici per le attività amministrative, tecniche e di staff. La Asl di Pescara si è costituita parte civile tramite l’avvocato Barbara D’Angelosante, mentre non lo ha fatto la Regione Abruzzo, nonostante le sollecitazioni del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Domenico Pettinari. La difesa di D’Amario, affidata all’avvocato Dante Angiolelli, ha presentato una memoria difensiva, condivisa dagli altri difensori, nella quale viene sollevata un’eccezione pregiudiziale di improcedibilità dell’azione penale, in quanto il procedimento si innesterebbe su un precedente procedimento, che si era concluso con l’accoglimento, da parte del gip, della richiesta di archiviazione avanzata dal pm Di Serio. Dunque – a giudizio di Angiolelli – le indagini successive, a differenza di quanto sarebbe avvenuto, avrebbero dovuto essere autorizzate precedentemente dal gip. L’eccezione sarà discussa e valutata nella prossima udienza.