Manifatturiero, Cresa: l’automotive traina l’Abruzzo

Previsioni rosee per l’Abruzzo, che per la prima volta dopo 8 anni di crisi economica mostra di aver rialzato la testa e di avere tutte le carte in regola per mantenere il trend positivo.

E’ quanto emerge dalla congiuntura del manifatturiero relativa al primo trimestre 2016, l’indagine congiunturale realizzata dal Cresa, che ha interrogato 451 imprese con almeno 10 addetti. Un’indagine dunque che esclude le piccole imprese, quelle che continuano purtroppo ancora a soffrire il colpo di coda della crisi.

L’automotive si conferma il settore trainante della ripresina, in particolare quello relativo alla provincia d Chieti. Una ripresa anche del mercato interno, guidata dalla crescita della spesa delle famiglie che risentono, dunque, del lento ma progressivo miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Positivo anche l’andamento del settore chimico-farmaceutico, meno brillante e anzi ancora in sofferenza l’alimentare, il tessile e il legno. Crescono le costruzioni e, con sorpresa segna il passo della ripresa, dopo anni di completo stallo dalla fine del 90 a oggi, anche quello che una volta era il polo elettronico dell’Aquila, in particolare per quanto riguarda l’export.

A differenza di quanto avviene nel resto del Paese, in Abruzzo cresce anche l’occupazione. A fare la parte del leone nella ripresa economica del manifatturiero è la presenza importante di imprese multinazionali, che fanno dell’Abruzzo l'”Irlanda d’Italia”, come è stato detto questa mattina al convengo dedicato alla 14esima giornata dell’economia alla presenza degli esponenti del Cresa e del sistema camerale abruzzese, a confronto con esperti di economia.

L’incidenza del manifatturiero derivante dalle multinazionali sul totale dell’occupazione manifatturiera sfiora in Abruzzo il 30%: secondo in Italia dopo Val D’Aosta. Un dato, sottolineano gli esperti, addirittura sottostimato.