Vertenza Aree Interne: Febbo accusa, da Regione solo propaganda

Vertenza Aree Interne: Febbo accusa, da Regione solo propaganda. “La mobilitazione delle categorie produttive per aprire una vertenza aree interne scaturisce dagli atti esclusivamente propagandistici e inefficaci prodotti da questo Esecutivo regionale che non sa sfruttare neanche le tante e uniche risorse vere a disposizione”.

E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo. “Infatti – spiega Febbo – con la DGR n. 527 dell’11 Agosto 2016, l’Esecutivo regionale, considerata la particolare complessità orografica in cui si dispiega il territorio regionale, delibera di porre in essere azioni integrative della Strategia Regionale per le Aree Interne; di individuare le aree interessate alle azioni da intraprendere ricomprendendo nel novero delle stesse tutti i Comuni che, sulla base della classificazione operata dal Dipartimento per le Politiche dello Sviluppo Economico, risultano inseriti in aree definite quali aree interne e non risultano ricompresi nelle Macro Aree indicate nella deliberazione, la n. 290 del 14/04/2015. Un provvedimento però che evidenzia alcune palesi incongruenze e anomalie”. “La prima superficialità – rimarca il Consigliere regionale di Forza Italia – è prendere per buona la mappatura operata dall’allora Dipartimento per lo sviluppo Economico che nel 2014, sbagliando, aveva escluso tre Poli di Attrazione (Sulmona, Lanciano e Vasto) e non tiene conto che il Commissario ad Acta Luciano D’Alfonso con delibera n.55 del 10 Giugno 2016 ha lasciato in Abruzzo solo 7 Ospedali DEA di I Livello per cui doveva essere rivista e le Aree Interne essere ridefinite tenendo conto dei nuovi Poli di Attrazione (L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo, Avezzano, Lanciano e Vasto). La seconda superficialità è individuare le aree interne interessate alle azioni da intraprendere ricomprendendo nel novero delle stesse tutti i Comuni mentre si dovevano correttamente individuare, in sintonia con quanto auspicato dal Dipartimento, i soli piccoli Comuni (con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti) svantaggiati (caratterizzati da spopolamento). Se si prende per buona la mappatura effettuata dal Dipartimento, si è incappati comunque in sviste e incongruenze nella individuazione delle Aree Interne perché in essa sono stati inseriti Comuni con più di 5.000 abitanti come Castel di Sangro, Sulmona, Penne, Atessa, Lanciano, San Salvo e Vasto; Comuni non svantaggiati (con popolazione in forte crescita tra il 1971 e il 2011) come Atessa (+16%), Castel di Sangro (+19%), Lanciano (+28%), Santa Maria Imbaro (+81%) e Vasto (+55%). Terza superficialità: la Giunta ha escluso dalla Aree interne alcuni Comuni particolarmente svantaggiati (con fenomeni di forte spopolamento tra il 1971 e il 2011) come Campli (-16%), Controguerra (-18%) e Torricella Sicura (-18%). La quarta criticità risiede nel fatto che la Giunta sostiene come la nuova individuazione sia mirata a riallineare le condizioni delle popolazioni dell’Abruzzo montano a quelle dell’Abruzzo costiero non accorgendosi però che tra le Aree Interne da essa individuate sono ricompresi anche Comuni costieri come Treglio, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Santa Maria Imbaro, Torino di Sangro, Villalfonsina, Casalbordino, Scerni, Vasto e San Salvo. Infine, la Delibere n.290/2015 e n.613/16 hanno inserito tra le Macro Aree e quindi nelle Aree Interne, due comuni come Pescina (nella Macro Area “Valle Roveto-Valle giovenco”) e Montorio al Vomano (Macro Area “Alto Aterno-Gran Sasso della Laga”) che sono entrambi Aree di Cintura (registrano una distanza dai Poli di Attrazione inferiori a 20 minuti) e quindi, per disposizione dello stesso Dipartimento, non possono far parte delle Strategia per le Aree Interne. In sostanza – conclude Febbo – la delibera 527 dell’11 Agosto 2016 non persegue l’obiettivo ultimo della Strategia Nazionale per le Aree Interne che è l’inversione della tendenza demografica allo spopolamento dei piccoli Comuni svantaggiati in quanto si rivolge a tutti indistintamente i Comuni delle Aree Interne non ricompresi nelle Macro Aree; inoltre rinvia a successivi ed eventuali atti futuri la definizione degli strumenti attraverso i quali orientare l’azione di sviluppo per cui dà l’impressione netta di una manovra prettamente propagandistica. La Giunta considera il provvedimento sulle Aree Interne particolarmente efficace ai fini di un riequilibrio territoriale e integrativa agli interventi sulle 4 Macro Aree (individuati dalla DGR n. 290 del 14/04/2015) ma non si capisce perché poi, con un altro (n. 613 del 26 Settembre 2016), viene istituita la Macro Area “Alto Aterno – Gran Sasso della Laga” i cui Comuni erano già ricompresi tra quelli della delibera 527 sulle Aree Interne; comportamento che rafforza l’impressione che si tratti di una manovra puramente promozionale”. “Che non si stiano mettendo in campo interventi per fermare lo spopolamento che colpisce la regione e in particolare le aree interne – conclude Febbo – è confermato dai dati relativi ai primi 8 mesi del 2016. L’Abruzzo ha perso 3.753 abitanti (da 1.326.513 del 31/12/15 a 1.322.760 del 31/08/16) e decresce dello 0,28%, molto di più rispetto all’Italia che flette dello 0,12%; In due anni e otto mesi la nostra regione ha perso 11.179 abitanti e le variazioni percentuali della popolazione abruzzese sono peggiori di quelle medie nazionali da ormai 4 anni. L’Area metropolitana Chieti – Pescara, che negli anni passati ha ampiamente compensato i decrementi dell’Abruzzo montano, nei primi 8 mesi 2016, cede e perde anch’essa abitanti”.