Visita Salvini a Silvi: Polemica sulle bandiere

Subito allo scontro maggioranza ed opposizione al Comune di Silvi, all’indomani della visita di Matteo Salvini venuto a salutare Scordella, il primo sindaco leghista in Abruzzo.

A sollevare perplessità su alcuni aspetti legati alla visita del Ministro dell’Interno, il capo dell’opposizione Francesco Comignani. Gli fa eco Linda Di Francesco, avvocato e consigliera comunale di minoranza:

“La nostra polemica non si fonda sulla visita di Salvini a Silvi – precisa la Di Francesco – ci mancherebbe, anzi, ogni Ministro della Repubblica é il benvenuto nella nostra città, se questo, ovviamente, serve a porre l’attenzione sul nostro territorio. Quello che contestiamo – spiega ancora la Di Francesco – é che all’interno dell’aula consigliare, in violazione a specifiche norme sul tema, siano state affisse bandiere della Lega ed altri vessilli inneggianti Salvini, trasformando un luogo istituzionale in una sorta di comitato elettorale. Stessa cosa, ci é stato riferito, é accaduto anche nella vicina scuola elementare dove si é svolta una riunione. La legge parla chiaro – conclude la Di Francesco – e il sindaco appena eletto, che di leggi se ne dovrebbe intendere, ha iniziato con il piede sbagliato”.

Per quanto riguarda la presenza di vessilli alla scuola ci é stato detto che le bandiere erano fuori e non all’interno, per quel che concerne, invece il discorso relativo all’aula consigliare, il sindaco Scordella parla di polemiche sterili:

“Abbiamo dovuto confrontarci con un rigido protocollo di ordine pubblico e di sicurezza – chiarisce Scordella – che non ci ha consentito di scindere la visita istituzionale da quella prettamente politica, e tra l’altro non va dimenticato che la nostra sala consigliare é soprattutto una biblioteca dove tutti i giorni si viene a leggere e a studiare. In ogni caso- conclude il sindaco – ridurre ad una polemica cosi sterile, un evento unico ed irripetibile per la città di Silvi, con oltre duemila persone in piazza, 8 testate televisive nazionali, 50 giornalisti accreditati, ci appare davvero fuori luogo.”