Valanga a Campo Felice: morti due sciatori

Due sciatori deceduti a Campo Felice a seguito di una valanga che si é staccata questa mattina forse a causa dell’abbondante nevicata notturna.

Sono stati localizzati i due corpi degli sciatori dispersi per la valanga a Campo Felice, ormai senza vita Si tratta di due sciatori di Roma i cui corpi sono stati trasportati all’obitorio del San Salvatore de L’Aquila.
Le vittime sono Massimo Urbani (nella foto sotto), 57 anni, e Massimo Franzè, 55 anni, entrambi romani, appassionati di montagna e molto conosciuti in zona come esperti sciatori.
Da quanto appreso dal Soccorso Alpino, i due sarebbero stati spinti dalla violenza della slavina contro gli alberi. la  valanga si è staccata in località Campo Felice sul massiccio del Gran Sasso. L’elicottero del 118, con l’equipaggio e i soccorritori del Cnsas (Corpo nazionale Soccorso Alpino), si è alzato in volo dall’aeroporto aquilano di Preturo per raggiungere la zona. Dalle prime informazioni due sciatori sono stati travolti dalla valanga durante un fuoripista. L’area, tra i Comuni di Rocca di Cambio e Lucoli (L’Aquila), è poco distante dagli impianti sciistici di Campo Felice le cui piste non sono state interessate dalla valanga e sono costantemente monitorate. Nella zona c’è neve fresca, a seguito di un’abbondante nevicata notturna.  E’ stato un terzo sciatore, impegnato con i due in un fuoripista, a chiamare i soccorsi. Lui, semisepolto sotto la neve, è stato già raggiunto dai soccorritori e trasportato in ospedale in “codice rosso”. L’uomo è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale aquilano in codice rosso, con politrauma, ma comunque vigile e non in pericolo di vita. Sul posto, nella località “Anfiteatro” sono intervenuti, insieme al Cnsas, anche Carabinieri, Guardia di Finanza e operatori dei vicini impianti sciistici. Allertati anche i Vigili del Fuoco, ma la squadra partita da L’Aquila alla volta di Campo Felice è stata poi fatta tornare indietro.
SCIATORE ALL’ANSA: IO VIVO PER PURO CASO
È un puro caso che io sia vivo. Una combinazione del destino. Dovevo essere con loro ma stamattina quando sono arrivato l’impianto era ancora chiuso e non ho agganciato i miei amici”. Lo dice all’ANSA Massimo D’Azzena, medico di Roma, che frequenta assiduamente Campo Felice. “Quando è accaduto – ha spiegato – sono stato contattato da un nostro amico comune che mi chiedeva se stessi bene: ed è allora che mi ha detto della slavina. Ho capito subito che si trattava di loro. Siamo andati al punto critico e abbiamo visto l’elicottero del soccorso e i cani. C’erano anche altri amici”, dice ancora D’Azzena. La scena è stata impressionante, continua: “Si è staccato un pezzo di montagna grosso, un dente di neve che si è accumulato col vento della notte”. Una dura lezione di fronte alla quale D’Azzena ora invita alla massima prudenza: “Le disgrazie accadono sempre ai più bravi”
LE CAUSE: ACCUMULO DI NEVE FRESCA
C’era tanta neve a Campo Felice e su tutto l’Altopiano delle Rocche, questa mattina, dopo la bufera e la nevicata della notte. Il vento da sud ha fatto accumulare circa 4 metri di neve, piena d’aria e pesante, che non si è amalgamata con lo strato sottostante, ghiacciato e compatto, uno dei fattori che aumenta il rischio di scivolamento e quindi di slavine e valanghe. Mentre in altre zone in quota c’erano aree totalmente prive di neve, con l’erba ben visibile. Oggi, hanno spiegato alcuni maestri di sci presenti in zona, erano queste le condizioni della montagna, condizioni che richiedevano particolare attenzione. Le stesse condizioni, però, che hanno richiamato nel comprensorio migliaia di persone, visto che le previsioni avevano annunciato bel tempo. Un afflusso di turisti e sciatori che ha provocato rallentamenti al traffico, regolato dalle forze dell’ordine che hanno proceduto anche ai controlli sulla regolare dotazione di gomme termiche delle auto in transito. Nella vicina Ovindoli  i Carabinieri sono intervenuti, inoltre, due volte per fermare sciatori che praticavano fuoripista.