UdA: giornata di studio su lingua e letteratura Rom

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Il 15 dicembre nel Campus universitario di Chieti Scalo si terrà una giornata di studio su lingua e letteratura Rom.

Il Dipartimento di Scienze Filosofiche, Pedagogiche ed Economico-Quantitative dell’Università “G. d’Annunzio” ha organizzato per giovedì 15 dicembre, alle ore 9,30, nell’aula 1 del campus di Chieti Scalo una  giornata di studio su lingua e letteratura Rom. Il convegno dal titolo “Intercultura tra lingua ed educazione”prevede la partecipazione di studiosi ed esperti italiani e stranieri, e propone un confronto aperto sui rapporti tra culture e sul potere del linguaggio e della poesia di integrare mondi diversi. Dopo l’introduzione del direttore del Dipartimento, Gaetano Bonetta, il programma del convegno (si veda locandina allegata) prevede gli interventi di Elsa Bruni,docente di Pedagogia interculturale, Università “G. d’Annunzio”, di  Santino Spinelli, docente e scrittore, Italia, Alija Krasnici, scrittore e poeta originario del Kossovo, Valdemar Kalinin,docente universitario e scrittore della Bielorussia, Luminita Mihai Cioaba, poetessa e scrittrice della Romania, Claudio Crivellari ,docente di Filosofia dell’Educazione presso l’Università D’Annunzio. Chiudono i lavori Andrea Lombardinilo e Ugo Perolino ,docenti dell’Ateneo D’Annunzio.

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Il professor  Bonetta spiega che  “Il problema fondamentale del nostro tempo, che la tragedia delle migrazioni di massa ci pone davanti agli occhi quotidianamente, è quello di realizzare all’interno della globalizzazione una reale integrazione fra i popoli. La pedagogia interculturale si pone come motore di socializzazione culturale delle conoscenze e dei saperi linguistici, declinati come strumenti di emancipazione e di liberazione dell’uomo dai pregiudizi e dall’imbarbarimento delle relazioni sociali e umane in generale. Per conseguire tale obiettivo è necessario partire dalla prima forma di espressione culturale di ogni uomo e di ogni aggregazione umana: dalla parola, dalle parole. Se è vero come è vero che, secondo la celebre definizione di Martin Heidegger, “il linguaggio è la casa dell’essere”, non può realizzarsi alcuna strategia di inclusione, alcuna progettualità interculturale se non si parte dallo studio e dal confronto dei patrimoni linguistici, con l’obiettivo di umanizzare le relazioni attraverso l’ibridazione e il meticciamento culturale”.