Tragedia Rigopiano: Provolo si difende in Procura

Cominciano oggi gli interrogatori in Procura dei 23 indagati per la tragedia di Rigopiano dello scorso 18 gennaio. Anticipato al mattino quello dell’ex prefetto Provolo.

Davanti al Procuratore Capo Massimiliano Serpi e al Pm Andrea Papalia hanno cominciato a sfilare, dalle 9.00 di questa mattina ed anche per i prossimi giorni, i 23 indagati per la strage dell’Hotel Rigopiano, sotto le cui macerie persero la vita 29 persone. Il primo filone che i magistrati intendono approfondire è quello dei soccorsi, in particolare il grave ritardo con il quale la Prefettura avrebbe attivato il Centro di Coordinamento dei Soccorsi, pur conoscendo da giorni l’emergenza maltempo e senza dare seguito, tra le altre cose, ad un protocollo d’intesa con la Provincia di Pescara, del novembre del 2003, nel quale  si stabiliva l’utilizzazione comune di una sala operativa unica ed integrata. L’allerta meteo era stata diffusa dal centro funzionale Abruzzo il 15 gennaio e parlava di abbondanti nevicate dal giorno 16 fino alle successive 24-36 ore; previsioni ribadite da successivi bollettini tra cui il famoso bollettino valanghe del Meteomont delle ore 14.00 del 17 gennaio. Nonostante tutto questo – recita l’informazione di garanzia della Procura inviata al Tribunale di Pescara – l’allora prefetto Provolo invitava gli operatori della Prefettura a scendere nella sala di protezione civile soltanto alle 10.00 del 18 gennaio, determinando una reale operatività non prima delle 12.00 , con almeno tre giorni di ritardo, secondo l’accusa, ed omettendo di svolgere tempestivamente il ruolo assegnato dalla legge di coordinamento nella individuazione delle deficienze operative, quali inefficienza dell’autocarro turbina sgombra neve con relativa sostituzione con un automezzo di uguale o superiore capacità. In una sorta di effetto domino tutte le successive predisposizioni sono arrivate, sempre secondo l’accusa, in colpevole ritardo come la richiesta di personale e attrezzature dell’esercito, ed ulteriori 3 turbine spazzaneve alla sala operativa della Regione Abruzzo, alle 18.28 del 18 gennaio. Ma é proprio su questo aspetto che il Prefetto Provolo, assistito dagli avvocati Giandomenico Caiazza e Sergio Della Rocca, ha chiarito, parlando per oltre due ore, la sua posizione fornendo contestualmente una documentazione ulteriore a quella già in  possesso della Procura:

“In questa documentazione – spiega ai microfoni il legale di Provolo Giandomenico Caiazza – si dimostra che il Prefetto ha convocato il Centro di Coordinamento Soccorsi alle 10.00 del 16 gennaio e non il 18 come sostiene l’accusa. Contestualmente sono partite le richieste di tutti i mezzi per sgomberare le strade innevate, a tutte al Autorità competenti, Comuni, Provincia e Regione. Il Prefetto ha inoltre ribadito – conclude Caiazza – di aver fatto tutto il possibile per gestire al meglio l’emergenza.”

Ha invece comunicato di non voler rilasciare dichiarazioni se non dopo aver approfondito al meglio tutte le carte, la coordinatrice della sala operativa, sempre della Prefettura, Ida De Cesaris difesa dall’avvocato Augusto La Morgia, a disposizione, invece, il capo di gabinetto Leonardo Bianco. Domani giorno di pausa, si riprenderà con gli interrogatori mercoledì e giovedì, con il presidente della Provincia di Pescara Di Marco ed il sindaco di Farindola Lacchetta, Di Marco, però, ha già fatto sapere tramite i suoi legali, che non risponderà alla convocazione. Il filone riguardante, invece, la Regione ed in particolare tutta la parte relativa alla carta di localizzazione del pericolo valanghe, sarà affrontato da 19, mentre il 20 pomeriggio, alle 17.00, sarà la volta del direttore dell’Hotel Rigopiano Bruno Di Tommaso.

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