Testimonianza choc: vivere con la paura al “Ferro di Cavallo”

All’indomani dell’operazione dei carabinieri, con arresti e sequestro di droga, la testimonianza choc di chi prova a vivere onestamente al “Ferro di cavallo”, nel difficile quartiere di Rancitelli a Pescara.

Gli arresti di ieri, da parte dei carabinieri, al “Ferro di cavallo”, nel cuore di Rancitelli a Pescara, è solo uno dei tanti interventi delle Forze dell’Ordine in quella che è ormai definita da tutti una delle principali centrali della droga in Abruzzo e tra le più note in Italia. Negli anni il livello di criminalità è salito vertiginosamente, passando da una bassa manovalanza su reati del patrimonio o piccolo spaccio, a commistioni sempre più radicate con importanti organizzazioni criminali. E’ qui che giungono importanti partite di droga che poi vengono distribuite sul territorio anche regionale ed interregionale, droghe non solo leggere, ma anche pesanti come eroina e cocaina e, secondo quanto emerso dalle ultime indagini, perfino stupefacenti di ultima generazione come il pericoloso “speedball”. In passato, altre indagini, hanno dimostrato legami di alcune famiglie del territorio con organizzazioni criminali importanti come quella albanese o campana e nella poco edificante storia recente di questo angolo oscuro della città, anche un paio di omicidi, l’ultimo, luglio 2012, quello di Tommaso Cagnetta. Ma a portare alla ribalta nazionale il cosiddetto “Ferro di Cavallo”, le aggressioni al giornalista Rai Daniele Piervincenzi e alla troupe di “Striscia la Notizia”. Una vera e propria emergenza sociale, dunque, che ci porta a considerare anche chi, in quell’area, prova a vivere onestamente e dignitosamente, ma che, al contrario, è costretto a vivere nella paura, soggiogato dalle prepotenze dei boss del quartiere. Una di queste persone ci ha contattato per abbandonarsi ad un drammatico sfogo. Ecco alcuni passaggi di un’intervista più lunga che andrà in onda questa sera alle 22.30 nella rubrica   “In Cronaca”:

“Vivo al “Ferro di Cavallo” da 40 anni – esordisce così la persona che preferisce parlare nel totale anonimato – ma da circa venti anni la situazione è peggiorata, alcune famiglie insediatisi qui hanno cominciato ad occupare appartamenti in maniera abusiva, nell’indifferenza totale delle istituzioni, facendo di questo isolato un vero e proprio quartier generale per le loro attività illecite. Traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche base per attività più serie come rapine a mano armata. I tanti blitz e le recenti operazioni di sfratto sono solo operazioni di facciata, i veri boss sono radicati qui e spadroneggiano con arroganza e prepotenza ed anche se li arresti, quando escono i parenti li accolgono con fuochi d’artificio. Noi siamo costretti a vivere nella paura, andiamo avanti con lo sguardo a terra, senza vedere, sentire e parlare. Le istituzioni non ci ascoltano, vengono qui per prendere voti, come è accaduto per un consigliere neo eletto alle recenti Comunali ed ora sparito d’incanto, le Forze dell’Ordine fanno quello che possono, ma potrebbero fare di più, ed intanto qui non cambia mai niente, se provi a lamentarti, come è accaduto ultimamente ad un condomino, ti minacciano di spararti in bocca.”

Vive nella paura, e lo ammette forse per la prima volta ai microfoni di “In Cronaca”, il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari che da anni conduce una battaglia dura contro i tanti pregiudicati che continuano a vivere senza averne diritti nelle case popolari e che la recente riforma della Regione non colpisce in maniera incisiva:

“Nei mesi scorsi un mio vicino di casa ha visto un uomo cappello in testa, bavaglio nero sulla bocca ed occhiali da solo, fare foto alla mia macchina, mentre la sera quando torno a casa i metri che mi separano dal parcheggio al portone d’ingresso sembrano, per me, chilometri. Capisco queste persone con le quali dialogo quotidianamente, perché anche io ho dovuto modificare il mio stile di vita in funzione della paura che mi accompagna ogni giorno. Purtroppo le istituzioni si limitano ad interventi tampone che non risolvono il problema a tutto vantaggio dei boss di questi quartieri che indisturbati continuano a dettare legge”

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