Teramo: le istituzioni accanto ai lavoratori dell’Hatria

Assemblea pubblica all’Hatria alla presenza di politici e i lavoratori della storica azienda, produttrice di sanitari , che da diversi giorni sono in presidio davanti ai cancelli.

Una decisione presa dopo la scelta fatta dalla proprietà di procedere al licenziamento di 55  su 181 dipendenti. Secondo i lavoratori l’unica proposta accettabile resta quella avanzata dalle organizzazioni sindacali: un part time generalizzato e un’uscita incentivata per chi non è in grado di accettare questa soluzione. La proposta ,però, non piace all’azienda che ha chiuso tutte le trattative. All’assemblea di oggi erano presenti il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, i sindaci di Teramo, di Bellante, di Torricella Sicura, di Notaresco, di Castellalto,di  Penna sant’Andrea, i consiglieri regionali Leandro Bracco, Giorgio D’Ignazio e Sandro Mariani, e l’arcivescovo Michele Seccia.

I sindacati ricordano che “Bisogna trovare una soluzione entro al 15 ottobre prima che l’azienda possa procedere al licenziamento coattivo, nonostante ci sia la possibilità di poter usufruire di altri 10 mesi di cassa integrazione. Porteremo la questione all’attenzione nazionale. Nel primo pomeriggio di domani è prevista una nuova assemblea dei lavoratori”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

Intanto, dopo la recente interrogazione sulla crisi Honeywell, oggi il Movimento 5 Stelle fa sapere di aver depositato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico sull’Hatria.

I deputati Gianluca Vacca, Andrea Colletti e Daniele Del Grosso affermano che si tratta dell’ennesima” crisi aziendale che sta colpendo l’Abruzzo, con 55 lavoratori a rischio immediato di licenziamento.Al di là dei trionfalistici proclami dei governi, nazionale e regionale, la realtà purtroppo è ancora drammatica e le multinazionali che vogliono abbandonare il nostro Paese, dopo aver usufruito di incentivi diretti o indiretti, sono ancora troppe e continuano a proporre solo licenziamenti, senza nessuna prospettiva di rilancio delle nostre imprese. Eppure, come in questo caso, spesso si tratta di espressioni vitali del Made in Italy, che dovrebbero ricevere una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e invece vengono di fatto abbandonate al loro destino. Il territorio teramano è già fortemente in crisi anche a causa delle calamità naturali del 2016, tra cui il terremoto del centro Italia, ed è necessario avviare tutte le iniziative politiche e di Governo per scongiurare i licenziamenti e l’eventuale chiusura dell’azienda, importante sito di produzione di sanitari di ceramica di qualità. Al ministro chiediamo quali iniziative intenda attivare per raggiungere una soluzione che tuteli l’occupazione e favorisca il rilancio dell’azienda e del suo know how”.