Teramo, lavori e riparazioni in corso San Giorgio

Prenderanno il via a stretto giro, anche se con un pò di ritardo rispetto al cronoprogramma, i lavori per il completamento ma in alcuni casi anche di ripristino di Corso San Giorgio a Teramo.

Lavori sia sul corso principale della città che lungo corso De’ Michetti, per una durata complessiva di ulteriori 150 giorni. Dunque altri cinque mesi, con il quinto Natale di fila intralciato dal cantiere, durante il quale i lavori verranno nuovamente sospesi. Ma questa volta a garantire che fili tutto liscio è stato anche nominato un comitato di controllo composto dai commercianti che dovrebbe vigilare sui lavori.

Su Corso San Giorgio va sistemato il tratto di via Irelli nei pressi della Prefettura, che ogni volta che piove si trasforma in una piscina a cielo aperto. Vanno sostituite le pietre lesionate (adesso rotte) soprattutto nell’ultimo tratto del corso, da largo San Matteo a piazza Garibaldi, quello che quasi due anni fa impose un’accelerazione dei lavori. Vanno sistemati gli elementi pericolosi, come gli inserti in corten, che quando piove diventano insidiosi. Vanno sistemate le luci che non funzionano, le vie perpendicolari sul lato Est del corso, con pietre dello stesso materiale made in China, anche se più piccole: via Vinciguerra, via Pepe, via Duca D’Aosta, via Raneiro e via Costantini, fino all’intersezione con via Capuani. Va sistemata sul lato ovest la sola via Carducci, fino all’intersezione con via Delfico. Inoltre vanno ancora acquistati gli arredi urbani.
Mentre su Corso de Michetti nonostante l’appalto iniziale da 3,7 milioni di euro prevedesse il rifacimento di entrambi i corsi cittadini, e nonostante fosse ben noto che ci sarebbero state pesanti interferenze archeologiche nella realizzazione dei sottoservizi lungo il corso vecchio, con i ritardi del cantiere di corso San Giorgio e le riserve sollevate dall’Ati per ben 3,6 milioni di euro, si è deciso di salvaguardare i sampietrini in porfido del corso vecchio e di procedere al solo rifacimento dei marciapiedi, con un possibile riallineamento degli stessi all’altezza della Chiesa di Sant’Antonio.