Teramo: Furti in aree di servizio 7 arresti

Teramo: Furti in aree di servizio 7 arresti. L’operazione é dei carabinieri di Ascoli Piceno che stanno eseguendo misure cautelari anche nella Provincia di Teramo oltre a quelle di Pavia e Padova.

Ladri con i boxer in testa, pronti a lasciare in mutande le vittime dei loro colpi. I 7 sono indagati per reato associativo finalizzato alla commissione di numerosi furti con danneggiamento di colonnine bancomat e self service per il pagamento del carburante nelle aree di servizio, oltre al furto di automezzi e casseforti in capannoni di aziende in varie località italiane.

L’accusa con cui il gip di Ascoli Piceno ha emesso i 7 ordini di custodia cautelare è associazione per delinquere finalizzata a compiere furti in serie a distributori di carburante, banche, aziende commerciali. In più casi si tratta di persone già in carcere per altri reati. Tra gli indagati figurano Silviu Dima, di 30 anni (casa circondariale di Teramo) e Stefan Petica, di 28 (ai domiciliari a Voghera). Arresti domiciliari per Nicusor Marus Lupoae, di 24 anni e Adrian Bocaneala di 27, entrambi detenuti a Teramo, mentre altre tre persone sono ancora ricercate. Alla banda vengono attribuiti circa 15 colpi, compiuti tra ottobre e novembre del 2014. La gang, tutta rumena, veniva identificata per il curioso sistema di travisamento: usavano boxer da uomo a mo’ di passamontagna. L’indagine, denominata “Titirez” (in italiano “Trottola”), condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, aveva avuto origine dal furto di un bancomat (bottino 10 mila euro) della Banca Cooperativa Picena di Offida. I malviventi avevano usato un camion autocompattatatore di “PicenaAmbiente”; le immagini riprese dalle telecamere avevano rivelato i volti coperti dai boxer. Tra i furti attribuiti al sodalizio criminale ci sono anche due colpi ai danni di un distributore di Paglieta (Chieti), bottino 5.000 euro, e ad una ditta di Mozzagrogna (Chieti), dove era stato rubato anche un pc. Nel mirino erano finite anche una ditta di Castellalto (Teramo), una di San Salvo (Chieti) e vari distributori di carburanti.