Teramo, commercianti in ginocchio per la soprintendenza

Il blocco dei lavori del terzo lotto di corso San Gorgio a Teramo, causato dal ritrovamento di alcuni  reperti archeologici, sta creando non pochi problemi ai commercianti della via principale della città.

Una situazione che sta mettendo in serio pericolo la sopravvivenza delle attività già penalizzate da tempo per l’inizio dei lavori di restyling. Per questo motivo i commercianti del Corso cittadino hanno inviato una lettera al sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi e alla Soprintendenza archeologica d’Abruzzo al fine di sollecitare la ripresa dei lavori.

“Noi Commercianti manifestiamo forte preoccupazione in quanto se questa situazione no viene sbloccata al più presto si mette in discussione la sopravvivenza stessa delle attività nell’area interessata. Noi riteniamo che i reperti archeologici hanno valenza culturale in merito alla memoria storica di ogni collettività. Ma riteniamo anche che prima di tutto sia importante la sopravvivenza degli esseri umani. Dietro le attività in questione ci sono titolari d’impresa con rispettive famiglie e dipendenti con rispettive famiglie i quali tutti hanno per naturale esigenza del sistema di vita attuale impegni quotidiani e mensili con scadenze fisse da soddisfare a enti pubblici, istituti bancari, fornitori, proprietari dei locali nei quali si esercitano le attività. Per questo motivo si chiede al sindaco e alla Soprintendenza di accelerare i tempi e fare in modo che i lavori vengano ultimati entro i termini previsti. Chiediamo una particolare celerità  ai dirigenti regionali della Soprintendenza i quali, nel recente passato hanno già regalato alla città di Teramo a spese della collettività dei meravigliosi contrafforti in cemento armato che insistono sul teatro romano a seguito della non-completa demolizione del cosiddetto Palazzo Adamoli e nulla proferiamo in merito a quante altre brutture siano state realizzate in vari spazi della città di Teramo come Piazza S.Anna e Largo Madonna delle Grazie. Viste le esperienze passate ci auguriamo che a Corso San Giorgio non si prosegua con gli stessi metodi e risultanze”.

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