Tentato omicidio del Coumadin a Pescara: le motivazioni del Riesame

Tentato omicidio del Coumadin a Pescara: Le motivazioni del Tribunale del Riesame che conferma la misura cautelare ai carico della Lo Russo e di suo figlio.

La vittima, il marito di lei, la cui morte, secondo i giudici de L’Aquila, non é avvenuta solo per la presenza di situazioni e circostanze estranee alla condotta e comunque non prevedibili nè valutabili al momento della sua commissione. In carcere Daniela Lo Russo e suo figlio Michele Gruosso, avuto da una precedente relazione, i quali, secondo l’accusa, avrebbero perseguito nell’incontrollata e continuativa somministrazione del Coumadin, il potente anti-coagulante. Una condotta da ritenersi idonea anche in considerazione della violenta aggressione fisica commissionata dall’indagato a procurare la morte della vittima. Per quanto riguarda Michele Gruosso i giudici parlano di figura attiva nel piano criminoso, visto che si é impegnato ad acquistare il Coumadin e a somministrarlo di nascosto mediante lo scioglimento delle pastiglie nelle bevande che venivano fatte ingerire alla vittima ignara. Ad aggravare la posizione di Lo Russo e Gruosso, che dunque restano in carcere, i comprovati contatti con pericolosi ambienti malavitosi, all’interno dei quali si é cercato un soggetto disponibile ad aggredire fisicamente la parte offesa con l’uso di bastoni.