Tasse tiranne Abruzzo: CNA “Comune che vai, Fisco che trovi”. Maglia nera a Roseto

I bilanci di dodici amministrazioni comunali in Abruzzo passati in rassegna nell’annuale ricerca della CNA “Comune che vai, Fisco che trovi” sulle tasse tiranne in Italia. Maglia nera a Roseto mentre Spoltore è il più virtuoso.

Anche se la situazione, sia in Abruzzo che a livello nazionale è migliorata rispetto a dodici mesi fa, le tasse continuano a penalizzare le attività delle imprese artigiane come emerge dalla ricerca “Comune che vai, Fisco che trovi”, realizzata dalla Cna e giunta alla sesta edizione.

Maglia nera a Roseto degli Abruzzi mentre il comune più virtuoso è quello di Spoltore come evidenziato, questa mattina, 25 settembre, a Pescara dall’autore dello studio e responsabile nazionale dell’Area fiscale della confederazione artigiana Claudio Carpentieri il quale ha illustrato i risultati insieme al presidente e al direttore della Cna Abruzzo Savino Saraceni e Graziano Di Costanzo.

I comuni abruzzesi esaminati sono stati quelli di Chieti, L’Aquila, Pescara,Teramo, Lanciano, Vasto, Avezzano, Sulmona, Montesilvano, Spoltore, Giulianova e Roseto degli Abruzzi ed è stato possibile individuare in quale giorno dell’anno un piccolo imprenditore inizia a lavorare per sé anziché per il suo “socio occulto”, lo Stato, e quanto incide complessivamente sul reddito d’impresa il prelievo fiscale.

In Abruzzo il tax day free varia dal 29 luglio di Spoltore e L’Aquila al 17 agosto di Roseto che si piazza al 130° posto nella classifica nazionale.

19 giorni di guadagni in più l’anno per sè e la propria famiglia è la fortunata condizione dei piccoli imprenditori di Spoltore e Lanciano rispetto ai colleghi di Roseto o Sulmona. 431 mila euro di ricavi; costo del personale per 4 operai e un impiegato fissato a quota 165mila euro. Costo del venduto stimato a 160 mila euro, costi e ammortamenti vari per 56mila euro, laboratorio di 350 metri quadrati o negozio da 175. 

Carpentieri ha detto che “La ricerca,che ha laureato Bolzano come città più virtuosa d’Italia, relegando in fondo alla graduatoria Reggio Calabria, applica a una piccola impresa parametri standard – 431mila euro di ricavi; costo del personale per quattro operai e un impiegato fissato a quota 165mila euro; costo del venduto stimato a 160mila euro; costi ed ammortamenti vari per 56mila euro; reddito d’impresa da 50mila euro – ricavandone alla fine due risultati: il cosiddetto “Tax Free Day”, ovvero il giorno dell’anno in cui l’imprenditore inizia a lavorare per sé e smette di lavorare per il Fisco; ed il “Total Tax Rate”, ovvero l’ammontare complessivo sul reddito prodotto del prelievo”.

Il Servizio del Tg8:

Ecco i dati completi della ricerca riassunti da CNA :

Diciannove giorni di guadagni in più l’anno per sé e la propria famiglia. E’ la fortunata condizione dei piccoli imprenditori di Spoltore e Lanciano rispetto ai loro colleghi di Roseto o Sulmona, secondo quanto emerge dalla ricerca della CNA nazionale “Comune che vai, Fisco che trovi”. La ricerca intende rispondere ad alcune semplici domande: in che giorno dell’anno un piccolo imprenditore inizia a lavorare per sé anziché per il suo “socio occulto”, lo Stato? Quanto incide complessivamente sul reddito d’impresa il prelievo fiscale realizzato da Stato, Regione ed Enti locali con le rispettive tasse, ovvero Imu, Tasi, Tari; Irap, Ivs, addizionali regionali e comunali? Quanto reste in tasca alla fine del prelievo?

Lo studio, così strutturato, passa in rassegna i bilanci di dodici amministrazioni comunali (oltre ai quattro capoluoghi di Provincia, Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, anche i due centri di maggiori dimensioni di ciascuna Provincia, ovvero Lanciano, Vasto, Avezzano, Sulmona, Montesilvano, Spoltore, Giulianova e Roseto) applicando a una piccola impresa parametri standard: 431mila euro di ricavi; costo del personale per quattro operai e un impiegato fissato a quota 165mila euro; costo del venduto stimato a 160mila euro; costi ed ammortamenti vari per 56mila euro; reddito d’impresa da 50mila euro; laboratorio di 350 metri quadrati o negozio da 175.

Saltano così fuori due distinte classifiche. La prima stabilisce quale sia il cosiddetto Tax Free Day”, ovvero il giorno dell’anno in cui l’imprenditore inizia a lavorare per sé e smette di lavorare per il Fisco; la seconda, quale sia invece il “Total Tax Rate” (in Italia, in media, del 59,7%, in Abruzzo del 59,9%), ovvero l’ammontare complessivo sul reddito prodotto del prelievo. La ricerca – che ha laureato Bolzano come città più virtuosa d’Italia, relegando in fondo alla graduatoria Reggio Calabria – ha stabilito dunque le gerarchie nel territorio abruzzese:  migliore performance assoluta per Spoltore (tax free day il 29 luglio; percentuale totale di pressione fiscale pari al 57,8%; reddito disponibile pari a 21.085 euro, 38esimo posto assoluto in Italia su 141 Comuni esaminati); Lanciano (29 luglio; 57,9%; 21.060 euro; 40esimo posto); L’Aquila (30 luglio; 58,0%; 21.017; 42esimo posto); Teramo (31 luglio; 58,4%; 20.819; 49esimo posto); Vasto (2 agosto; 58,9%; 20.549; 61esimo posto); Avezzano (2 agosto; 58,9%; 20.012; 62esimo posto); Chieti (4 agosto; 59,4%; 20.296; 75esimo posto); Giulianova (7 agosto; 60,3%; 19.851; 90esimo posto); Pescara (9 agosto; 60,8%; 19.582; 96esimo posto); Montesilvano (14 agosto; 62,1; 18.958; 112esimo posto); Sulmona (16 agosto; 62,9%; 18.565; 121esimo posto); Roseto (17 agosto; 63,1%; 17.490; 130esimo posto).

Va detto che rispetto a dodici mesi fa, tutti i comuni hanno migliorato i rispettivi risultati.  Balza agli occhi, ad esempio, il risultato che ha permesso a Lanciano di “guadagnare” una settimana (era il 5 agosto), ma anche alla Cenerentola Roseto (era il 25 agosto), dove però finiscono in tasca oltre 3mila 500 euro di reddito rispetto ai colleghi di Spoltore. Così come l’abbattimento delle pressione fiscale, superiore o vicino ai due punti in tutti gli altri, suona di evidente buon auspicio, anche se la motivazione  fondamentale dello sconto applicato al prelievo va individuata nei maggiori sgravi concessi dallo Stato, grazie all’innalzamento al 50 per cento della deducibilità Imu sugli immobili strumentali introdotta dalla Legge di Bilancio 2019. Su pressione, tra gli altri, della CNA che ne ha fatto un cavallo di battaglia”.