Scandalo Unidav: la “d’Annunzio” si costituirà parte civile

L’Università telematica della “d’Annunzio”, almeno per come era concepita, fa già parte del passato, resta ora solo l’impegno a recuperare tutto il maltolto.

Le precisazioni del Magnifico Rettore dell’Università “G.d’Annunzio” Sergio Caputi e del presidente della Fondazione Ud’A, il professor Luigi Capasso all’indomani dello scandalo giudiziario che ha coinvolto l’Università Telematica “Leonardo Da Vinci”, con l’arresto di 5 persone e l’iscrizione sul registro degli indagati di altre 13 per reati, a vario titolo, che vanno dal peculato, al riciclaggio all’autoriciclaggio all’abuso d’ufficio. Una delle 11 università telematiche presenti in Italia, doveva essere il fiore all’occhiello del principale ateneo abruzzese, si è trasformato in una gestione, stando alle carte dell’inchiesta della Procura di Chieti, a dir poco allegra,  culminata con un bando grazie al quale il 51% stava per finire nella mani di una fantomatica società “no profit” slovacca, bando annullato in autotutela appena si sono insediati il nuovo rettore ed il presidente della Fondazione, Caputi e Capasso. Questo sotto il profilo giudiziario, ma c’è poi il complicato processo di ristrutturazione che la nuova governance dell’Ateneo ha imposto, affidando alla KMG l’incarico di valutare il quadro economico dal quale emerge un passivo di un milione e 850 mila euro, costituito, quasi esclusivamente, da spese senza pezze d’appoggio. Da qui l’esigenza di recuperare le somme indebitamente spese e la decisione quasi automatica di costituirsi parte civile nel processo penale che si andrà ad aprire da qui a qualche mese:

“Dobbiamo voltare pagina – ha dichiarato il Rettore – e pensare ad un reale rilancio del telematico, intanto abbiamo rinnovato totalmente il Consiglio d’Amministrazione, il 2 luglio nomineremo il nuovo rettore e presto lasceremo la vecchia sede di Torrevecchia Teatina per trasferirci al palazzetto Veneziani a Chieti centro. Intanto stiamo preparando nuovi corsi per allargare l’offerta formativa.”

Risanamento e rilancio, dunque, queste le parole d’ordine per ridare nuova dignità ad un’Istituzione ridotta a, come è stato detto dagli inquirenti, bancomat per pochi a danno di molti. Oggi è il primo giorno del futuro, ha tenuto a precisare il presidente della Fondazione “d’Annunzio” Luigi Capasso che ha ricordato la valenza dell’ente:

 “Non dimentichiamoci che parliamo di istituzioni totalmente pubbliche e che per questo vanno gestite con il massimo della serietà con l’unico scopo di fornire servizi sempre più efficienti agli studenti che per molteplici ragioni hanno la necessità di formarsi soltanto attraverso canali telematici.”

 

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