Sanitopoli: Le motivazioni della sentenza in Appello

Sanitopoli: Le motivazioni della sentenza in Appello rese note in tarda serata, dopo una lunga prolusione sulle motivazioni di primo grado, duecento pagine dei giudici di Corte d’Appello particolarmente incentrate sulla figura di Angelini.

All’ex patron di Villa Pini é stato dedicato un intero capitolo sottolineando in maniera ancora più dettagliata la sua credibilità nel muovere le accuse ai principali imputati del processo sullo scandalo della sanità nella nostra Regione. In particolare nei confronti dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco, di Lamberto Quarta e di Camillo Cesarone. In Secondo grado, seppure sensibilmente ridotte, sono state confermate tutte le pene in linea con le richieste del Procuratore Generale Ettore Picardi che aveva parlato di una montagna di riscontri, nonostante l’assenza di tracce patrimoniali dei reati. Questo elemento, però, sottolineato nelle motivazioni della sentenza di primo grado, ha trovato spiegazione anche nelle motivazioni della sentenza dei giudici in Appello nelle quali alla mancanza della cosiddetta prova regina fa da contrappeso  la mole di riscontri alle accuse di Angelini, sia documentali che testimoniali, che vanno a comporre un quadro in cui emerge con una certa evidenza che Del Turco, Cesarone e Quarta vengono ritenuti responsabili del reato  della concussione per induzione, anche se cade il reato associativo. Prove assolutamente considerevoli  in  sei episodi, dei 26 contestati dall’accusa.  la Corte d’Appello de L’Aquila ha in sostanza  motivato le ragioni per cui  l’imprenditore concusso (Angelini) non subisce un danno, ma si aspetta un vantaggio. Angelini, in sostanza, secondo i giudici é stato indotto e non costretto a pagare tangenti. Ricordiamo che in secondo grado Del Turco é stato condannato a 4 anni e 2 mesi; 3 anni all’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga; 4 anni e sei mesi per Camillo Cesarone; 3 anni per Lamberto Quarta. Lo stesso Angelini é stato assolto dal reato di corruzione.

il video