Roseto degli Abruzzi: in ricordo delle vittime della shoah

A Roseto degli Abruzzi giornata per ricordare le vittime della shoah organizzata dall’associazione “Falcone e Borsellino”  e  dall’Istituto I.I.S. “V. Moretti”  nell’ambito del “Premio Borsellino tutto l’anno  2018”.

“Se capire è impossibile, conoscere è necessario” è il titolo dell’incontro organizzato a Roseto degli Abruzzi  , in occasione della “Giornata della Memoria” 2018, dall’associazione “Falcone e Borsellino”  e  all’Istituto I.I.S. “V. Moretti”  nell’ambito del “Premio Borsellino tutto l’anno  2018”. Special guest don Aniello Manganiello, sacerdote campano che da anni è impegnato contro la camorra ed ha fondato l’associazione “Ultimi” che promuove iniziative per diffondere la cultura della legalità, soprattutto fra i più giovani. L’iniziativa dell’Istituto “Moretti” di Roseto, proposto proprio per la Giornata della memoria del 27 gennaio 2018, continuerà durante tutto l’anno scolastico con la mostra itinerante  del MIUR dal titolo “I giovani ricordano la Shoah”, la presentazione di libri e la proiezione di film .

Gli organizzatori hanno evidenziato  che la giornata ha un “grande valore culturale, per ricordare le vittime dell’Olocausto e, soprattutto, per interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Un incontro educativo per fare in modo che gli studenti sviluppino quella coscienza critica necessaria per cogliere gli elementi negativi dei nostri tempi che possono riproporre i germi del genocidio,  dell’intolleranza e dell’odio razziale che la storia ha sconfitto.

La Giornata della Memoria non serve  solo a commemorare quei milioni di  persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto. La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo  in quella che gli storici chiamano la zona grigia. Si tratta di una zona della mente e del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l’innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l’indifferenza per chi viene isolato e non accettato.  Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire.

L’olocausto non è il risultato di una follia, dell’irrazionalità di singoli individui. Quella terribile fabbrica della morte si alimentava delle volontà e delle azioni di donne e uomini comuni che supportavano l’ideologia nazista. Donne e uomini comuni come potremmo essere noi qui oggi adesso. Non siamo immuni dal male e dobbiamo saperlo”.