Rifiuti in Abruzzo: qui gli inceneritori non servono

In Abruzzo non si butta via niente, o quasi. I dati sulla raccolta differenziata illustrati dal sottosegretario regionale Mario Mazzocca sono la risposta indiretta a coloro che ai fatti contrappongono i proclami.

I fatti, si sa, sono numeri: in quattro anni la raccolta differenziata in Abruzzo è passata dal 46 al 61,88 per cento, + 16 punti percentuali. Risultati non solo ottimi e impensabili, ma anche eloquenti, secondo Mazzocca, poiché dimostrano che degli inceneritori se ne può e se ne deve fare a meno, con buona pace di (mezzo) governo gialloverde. Tuttavia la Regione Abruzzo non ha alcuna intenzione di sedersi sugli allori: l’obiettivo futuro è arrivare, entro il 2022, al 70% di raccolta differenziata. Come? Completando il passaggio dai sistemi di raccolta stradali a quelli domiciliari, incentivando il cittadino al riciclo, anche attraverso le ecobank, ampliando la rete degli impianti di compostaggio di comunità.

“Sugli inceneritori avevamo già detto No a Galletti, ora lo ribadiamo anche al Governo gialloverde. Intanto, grazie alle nostre economie, riusciremo a diversificare ulteriormente la rete del riciclo e completeremo la rete dei centri di raccolta e compostaggio. Oggi gli inceneritori si mantengono solo con gli aiuti di Stato, perché da bruciare non hanno più nulla. L’Unione Europea ci dice che per giustificare un inceneritore occorrono 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno; noi siamo ben lontani da queste quantità, per questo abbiamo accolto i rifiuti di Roma”.

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