QWine Expo: il vino italiano sulla via della seta grazie ad una holding abruzzese

Nuovi scenari ed opportunità sul mercato cinese grazie alle collaborazioni avviate da una holding abruzzese in vista della seconda edizione di “QWine Expo” in programma a novembre.

Al Vinitaly di Versona, che ha chiuso i battenti nei giorni scorsi, è stata presentata la seconda edizione del “QWine Expo”, la fiera organizzata dalla città di Qingtian, provincia di Zhejiang, in Cina, in programma dal 16 al 18 novembre 2019. Si tratta di un’opportunità interessante anche perché le  cantine italiane potranno disporre di numerosi benefit, come il trasporto e lo sdoganamento gratuito del vino, il pernottamento in  hotel, i transfer, il servizio di interprete, b2b, masterclass e molto altro.

Il sindaco di Verona Federico Sboarina, durante la conferenza stampa, alla presenza del vicesindaco di Qingtian, Zhu Xiuxiong, del CEO della holding italiana e del network 19Pindao.cn Riccardo Iacobone, di Marco Toson di Open Gate Cina e del noto direttore d’orchestra Peppe Vessicchio, ha spiegato che “la partnership, nata nel 2018, con una holding abruzzese ha portato alla realizzazione di un padiglione dedicato all’Italia, con la presenza  di oltre 110 cantine arrivate in Cina per presentare i propri prodotti  nel mercato oggi più avvincente per il business del vino”.

Il sindaco Sboarina ha detto che “Così come è stato rispettato l’impegno di organizzare la fiera di  Qingtian, anch’io ho rispettato l’impegno di diventare la prima città di questa zona gemellata con Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang. Per noi è motivo  di orgoglio, ma anche motivo di lavoro per il futuro, perché voglio che Verona resti in posizione privilegiata riguardo i rapporti con la Cina. Questo gemellaggio non dev’essere solo una targa, ma diventare un proficuo scambio tra Verona e tutta la provincia. Anche la città di Qingtian si trova nello Zhejiang, una delle province più ricche e commercialmente interessanti di tutta la Cina, che sta  crescendo a ritmi incredibili. Un mercato pronto ad accogliere il vino italiano, qui ancora poco presente”.

il vice sindaco Zhu Xiuxiong ha auspicato che “Gli amici italiani possano cogliere l’occasione della visita del presidente XI Xinping per portare il loro vino a Qingtian – l’anno scorso l’Italia era il Paese più importante della fiera e quest’anno vogliamo che lo sia ancora di più.  Come per la prima edizione offriremo tutto il supporto necessario, a partire dalla dogana. In Italia ci sono più di centomila cinesi provenienti da Qingtian e anche loro possono essere un ponte di collegamento per portare le imprese italiane da noi e iniziare a lavorare insieme, come abbiamo fatto con Riccardo Iacobone”.

Il manager Iacobone ha spiegato che “Non è una cosa strana che un’azienda italiana diventi amica della politica cinese l’abbiamo vissuto in prima persona quando abbiamo aperto un’azienda lì con il nostro socio  cinese Zhou Yong. A chi chiede perchè Qingtian e non Shangai o Hong Kong rispondo che qui abbiamo trovato una tranquillità sul lavoro e una forza da parte del Governo che vuole promuovere l’importazione di vino in questa città. Le altre, poi, sono piazze sature. Tutto il mondo del vino è su Shangai, ma la Cina è enorme.

E c’è un altro aspetto importante: pochissimi cinesi sanno che l’Italia è il primo produttore di vino al mondo. Tant’è che in Cina siamo al quarto posto tra i Paesi importatori, tra l’altro dopo l’Australia e il Cile. Tutto ciò offre un’enorme possibilità, dobbiamo creare una fiera dove siano presenti le cantine, i produttori.

L’anno scorso abbiamo portato oltre 110 cantine, dando uno spaccato del vino italiano che non si era mai visto in Cina. Abbiamo anche creato una piattaforma di comunicazione dove si parla di vino italiano utilizzando gli strumenti più in voga dai consumatori  cinesi, primo fra tutti WeChat. Non solo ma abbiamo anche creato una società a partecipazione pubblica del Comune per la distribuzione del vino italiano”.

Marco Toson, direttore Open Gate Cina ha evidenziato che “Questa di Qwine è una grande iniziativa, soprattutto per essere riusciti a coordinare un gruppo così folto di cantine italiane. Non riusciamo neanche a immaginare un mercato di un miliardo e 400 mila persone. L’Italia è un paese che vive di questa aurea di grande bellezza e capacità, ma non sappiamo esprimere  quello che la Cina ci chiede. Non basta avere le brochure o il sito in lingua cinese. Affrontare il mercato significa approcciare a un’altra mentalità”.

Il maestro Peppe Vessicchio ha concluso che “Nella coscienza collettiva il mondo ci riconosce alcune priorità: la cultura artistica, i primati in campo musicale e soprattutto l’arte enoica. La nostra terra anticamente si chiamava ‘enotria’, quindi non facciamo altro che appellarci a una cosa che è naturalmente nostra. Credo nella visione di Riccardo perché è lucida e mi fa piacere che abbia trovato interlocutori pronti a fare tutto questo e a renderlo possibile”.