Profughi in Abruzzo: C’è chi non può e chi pensa agli Lsu

Profughi in Abruzzo: C’é chi non può e chi pensa agli Lsu, in vista della nuova ondata di arrivi annunciata dalla Prefettura di Pescara, Scafa e Turrivalignani chiudono le porte, Montesilvano punta su integrazione e lavoro.

Il sindaco di Scafa Maurizio Giancola scrive di suo pugno al Prefetto di Pescara per manifestare la propria indisponibilità ad ospitare 50 stranieri richiedenti asilo, in una struttura situata al centro del paese di proprietà, tra le altre cose, di due società che hanno partecipato alla gara indetta dalla Prefettura stessa. Anche lo scorso anno ci fu opposizione da parte del primo cittadino il quale tiene a precisare che la sua contrarietà non é dettata da ragioni di natura razzista, ma legata a problematiche igienico-sanitarie e di ordine pubblico che il Comune non é in grado di affrontare e risolvere. Spiega ancora Giancola che la stessa struttura che i privati vorrebbero mettere a disposizione (certamente non a titolo gratuito) non ha i requisiti minimi  e le autorizzazioni necessarie per garantire l’ospitalità. Un no grazie anche dal sindaco di Turrivalignani Luigi Canzano, il quale ha indetto anche un’assemblea cittadini per discutere sulla possibilità di accogliere, all’interno di un Ex Casa di Riposo, 25 extracomunitari. Intanto a Montesilvano il sindaco Francesco Maragno, anche alla luce di polemiche circa la presenza di oltre duecento profughi in città, ribadisce l’importanza dell’integrazione nel rispetto delle regole e degli usi del paese ospitante, annunciando un patto tra Comune, Prefettura e Cooperative, per consentire ai profughi di svolgere lavori socialmente utili a titolo gratuito. Un’idea, questa, dei lavori utili che potrebbe essere concretizzata anche a Guardiagrele dove l’ex assessore Regionale Franco Caramanico ha lanciato la proposta di coinvolgere gli extracomunitari in attività di pubblica utilità.