Processo morte Renata Rapposelli: parla il figlio Simone

Altra udienza ieri presso il Tribunale di Teramo del processo per la morte di Renata Rapposelli. Giornata importante caratterizzata dalle dichiarazioni del principale imputato, il figlio Simone Santoleri.

Dichiarazioni spontanee ieri, al termine dell’udienza , per Simone Santoleri, principale imputato per la morte della madre Renata Rapposelli, il cui corpo fu trovato il 12 novembre del 2017 sul greto del fiume Chienti. A conclusione della deposizione di uno dei detenuti che lo accusa di avergli confessato l’omicidio, Santoleri sbotta in aula e dice di non aver mai confessato nulla perché lui non ha ucciso la madre

“I giornali mi hanno descritto come il mostro di Giulianova e io che ho fatto l’autista di scuolabus, il bagnino e il volontario sono stato più male per questo che per l’arresto”

parla per almeno dieci minuti Simone Santoleri, senza contraddittorio, e respinge parola per parola la versione resa in aula da uno dei tre detenuti che era con lui nel carcere di Castrogno  Teramo. Quest’ultimo ha riferito in aula di aver raccolto le confessioni di Santoleri che in un primo momento addossava tutte le colpe sul padre Giuseppe, ma poi, in una circostanza in particolare, in cella, si sarebbe sfogato dicendo che la situazione gli era sfuggita di mano. Un altro detenuto, invece, ha riferito che, secondo quanto rivelatogli dal Santoleri, sarebbe stato il padre, in auto, a stringerle il collo, un altro ancora, invece, ha dichiarato che Giuseppe era terrorizzato dal figlio e che in cella piangeva sempre e che non sarebbe mai stato capace di uccidere. Prossima udienza il 28 ottobre quando in aula sfileranno altri detenuti che hanno raccolto le confessioni di Santoleri.