Pratola Peligna: albanese in manette

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Pratola Peligna: albanese in manette per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.  Lo hanno arrestato i carabinieri di Popoli durante un controllo del territorio.

Pratola Peligna: albanese in manette per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di un uomo di 30 anni , residente a Pratola Peligna ma originario dell’Albania, che era stato fermato dai carabinieri di Popoli nell’ambito di un’operazione effettuata nel quartiere di Valle Madonna. I militari dell’Arma, supportati da Nox e Sissi, due esemplari di pastore tedesco del Nucleo Cinofili di Chieti, hanno messo in sicurezza e perquisito una palazzina (vecchia sede dell’ITIS) abitata da famiglie di albanesi e di napoletani. L’operazione è scaturita da un normale controllo stradale durante il quale l’albanese è stato fermato per una infrazione al codice della strada ed  è stato trovato in possesso di  40 grammi di cocain. Nei successivi controlli svolti nei fondi ed nelle rimesse agricole di Pratola Peligna  in uso all’albanese e in appartamenti e garages, immediatamente estese ad altri condomini, i carabinieri hanno trovato alcuni bilancini di precisione, numerose bustine per il confezionamento, mannite per tagliare la cocaina, 5 panetti di hashish e 200 grammi di marijuana. Un giovane diciottenne di origini napoletane è stato sorpreso mentre cercava di nascondere la droga ma i militari del Nox e Sissi hanno impiegato pochi istanti per individuare il nascondiglio. L’albanese e’ stato sottoposto agli arresti domiciliari e il diciottenne e’ stato denunciato in stato di liberta’. Il palazzo perquisito era diventato da tempo un luogo per spacciatori e gente di malaffare.

L’operazione è stata coordinata dal capitano Antonio Di Cristofaro, comandante della Compagnia dei carabinieri di Popoli  il quale riferisce che  “l’azione di contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti è una costante operativa dell’Arma dei Carabinieri, trasversale e senza limiti di sorta. Se da una parte l’attività di repressione rappresenta un nostro dovere giuridico ben preciso, è altrettanto vero che l’attività di prevenzione rappresenta un obbligo morale di tutti e dunque, una sana e qualificata campagna di informazione, da parte dei soggetti legittimati come la scuola, le famiglie, le parrocchie, le associazioni culturali e sportive, rappresenta uno strumento complementare, indispensabile per contrastare la diffusione delle sostanze stupefacenti e difendere i nostri ragazzi”.