Tra i tanti e annosi problemi la marineria pescarese ora deve fare i conti anche con i fanghi ed i massi dragati a Vasto
Il materiale è stato depositato su un’area di circa 30 chilometri quadrati che creano gravi danni alle imbarcazioni e al pescato. Il segretario dell’Associazione Pesca Professionale “Mimmo Grosso” Giacomo Fanesi lancia un appello attraverso il Tg8 e ribadisce che la categoria è ormai è allo stremo ed è messa in ginocchio da caro gasolio e crisi economica ed energetica.
Fanesi spiega che i « Pescatori sono impegnati nel ripulire le reti e i macchinari completamente invasi da metri cubi di fango. Il materiale è raccolto su un’area di circa 30 chilometri quadrati dalla Piattaforma Poseidonia in direzione Ortona. Per non parlare di massi e persino parabordi di camion issati a bordo che minano la stabilità delle barche che, in caso di mare grosso, rischiano anche di affondare.
L’ennesima beffa per la marineria pescarese già falcidiata dal caro nafta e dal dragaggio del fiume. Il paradosso è che non solo non viene dragato il porto canale di Pescara, ma lì dove il dragaggio viene fatto, a Vasto, i fanghi, i massi e i rifiuti vari vengono tutti depositati in un’area tra le 4 e le 8 miglia, mentre si costringe la Marineria a pescare tra le 3 e le 6 miglia.
Non si può danneggiare in questa maniera un’intera categoria senza che nessuno delle Autorità prenda provvedimenti. C’è un’ordinanza sbagliata che consente di depositare tutto questo materiale proprio nell’unico punto in cui si può pescare. Dicono che il motivo sta nella granulometria del fondale compatibile, ma non si tiene conto delle conseguenze drammatiche. Mi chiedo che cosa può accadere se una piccola imbarcazione carica di fango e massi si trovasse in una condizione di mare grosso, dobbiamo aspettare la disgrazia per intervenire?».