Il poeta abruzzese Antonio Lera tra gli ospiti della biennale “Lettera d’argento”

Il poeta abruzzese Antonio Lera, Presidente dei Caffè Letterari d’Italia e d’Europa e del Rotary Club Teramo Est – Distretto 2090, al suo Nono Libro Edito di Poesia “Il Tempo e la bellezza” è stato ieri tra gli illustri ospiti   della Biennale della poesia “Lettera d’argento” a Villa “Il Vascello” a Roma.

L’artista Abruzzese è stato Invitato da Sandrino Aquilani curatore dell’evento, coadiuvato nella presentazione dall’ attrice Tiziana Bagattella.  Tra gli artisti presenti di chiara fama internazionale che hanno impreziosito la serata con i loro interventi: Edoardo Vianello, Renato Zero, Silvan, Riccardo Cimino, Detto Mariano, Amedeo Minghi, Roberto Procaccini, Renato Serio, Giorgio Onorato Aquilani, Erika Blanc, Francesca Benedetti, Ida Di Benedetto, Gabriella Casali, Daniela Poggi, Orsetta Foà, Andrea Giordana, Giampiero Ingrassia, Nicola Massotti, Marcello Modugno, Edoardo Siravo, Patrizia Tapparelli, Ennio Cavalli, Stefan Damian, Alessandro Fo, Rosa Elisa Giangoia, Marta Gomes De Souza, Cesare Imbriani, Stefania Lubrani, Valerio Magrelli, Giuseppe Mannino, Renato Minore, Daniele Pieroni, Paolo Ruffilli, Angelo Sagnelli, Gabriella Sica, Alberto Toni. Ai partecipanti è stato assegnato il Premio Lettera d’Argento attribuito, con medaglie d’Argento ed opere degli scultori Roberto Ioppolo, Giorgio Bortoli e Giuseppe Mannino. L’evento suggestivo nelle passate edizioni, ha ottenuto l’adesione del Presidente della Repubblica Italiana e il riconoscimento dell’Unesco, dedicato all’arte della poesia, del teatro e della musica, in nome della pace nel mondo, si è svolto con il contributo dell’arte dei poeti e la partecipazione convinta di attori e musicisti che hanno dedicato questa serata alla difesa dei sentimenti, delle emozioni, delle esperienze vitali, che nello spirito accomunano tutti gli uomini. La manifestazione, a carattere pubblico, è stata promossa quest’anno nell’ambito delle tradizionali celebrazioni del Grande Oriente d’Italia, cui Vittorio Sgarbi ha dedicato un intervento di particolare forza e pathos.