Pizzoli: risparmiatori in piazza a Roma

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Pizzoli: risparmiatori in piazza a Roma davanti alla Consob. Manifestazione del comitato di Difesa dei risparmiatori Banca Etruria di Pizzoli.

Una manifestazione a suon di striscioni e slogan provocanti, a tratti denigratori urlati alla volta dei dirigenti di Consob e Banca d’Italia, gli organismi di controllo ritenuti responsabili di non avere vigilato abbastanza per evitare che un decreto come il salva-banche mandasse in fumo tutti i loro risparmi.

Hanno sfogato così la loro rabbia i risparmiatori delle quattro banche colpiti dal provvedimento del governo, questa mattina  davanti alla sede della Consob (la commissione nazionale per le società e la Borsa) a piazza Verdi a Roma, chiedendo “giustizia” e il recupero di tutti i loro soldi andati in fumo. Un presidio che non sarà l’ultimo, almeno fino a quando il governo non avrà dato risposte certe e con esso anche il sistema bancario. Altrimenti “toglieremo i nostri conti correnti dalla Banca Etruria”, spiega il referente de comitato “Difesa risparmiatori Banca Etruria” di Pizzoli, Domenico Ioannucci.

Cinquantina i clienti retail della Banca Etruria di Pizzoli partiti questa mattina dal Comune dell’aquilano  con un autobus messo a disposizione dalla Federconsumatori Abruzzo per manifestare davanti alla sede della Consob, ai quali si sono aggiunti gli altri aderenti al comitato provenienti da Montereale, Antrodoco, Roma che hanno deciso di raggiungere la Capitale con mezzi propri. Ad accogliere i risparmiatori anche il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti e quello di Adusbef, Elio Lannutti, che hanno portato con sé un “Oscar del non-fatto” da consegnare ai vertici della Consob “per non avere mosso un dito per evitare questo scandalo”. Al fianco dei risparmiatori anche l’avvocato Vanna Pizzi, che li sostiene da un punto di vista legale.

Molti risparmiatori sono arrivati anche dal resto d’Abruzzo, Pescara soprattutto. L’esercito dei “beffati” dal decreto salva-banche che nella notte tra il 22 e il 23 novembre scorso ha bruciato i loro risparmi dal nord al sud d’Italia per scongiurare il crac di quattro istituti di credito (Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara e Banca Marche) si ritrova davanti alla sede della Consob , per tenere alta l’attenzione su una vicenda che ha ridotto sul lastrico molti risparmiatori e sollecitare azioni da parte del Governo che tutelino i risparmi di tutti i clienti beffati.

“Senza fare distinzioni”, spiegano dal comitato “Difesa dei risparmiatori della Banca Etruria” di Pizzoli, “perché tutti abbiamo diritto a riavere indietro i nostri soldi, diciamo no all’arbitrato”.

Sono 1.500 i clienti “beffati” su un un totale di tremila abitanti di Pizzoli, e 10 milioni persi nel piccolo paese dove la Banca Etruria è la banca di tante persone da generazioni: sono 50 anni che la filiale (con diverse denominazioni) esiste a Pizzoli. Tra i risparmiatori che manifestano a Roma oggi, tanti pensionati, ma anche giovani per i quali i nonni avevano messo da parte dei risparmi finiti in fumo con il decreto salva-banche. Sarebbero dovuti servire per il loro futuro. A Pizzoli molti cittadini – per lo più pensionati o piccoli imprenditori locali – hanno visto evaporare il frutto del lavoro di una vita.

Alla manifestazione, organizzata dai comitati “Difesa dei risparmiatori Banca Etruria” di Pizzoli e da “Amici di Ferrara” della Banca Carife e da Federconsumatori, ha aderito anche il Codacons.

Aggiornamento ore 13:

Il referente del comitato per la “Difesa dei risparmiatori della Banca Etruria” Domenico Ioannucci e quello del comitato “Amici di Ferrara” Mirko Tarroni sono stati ricevuti dai vertici della Consob.

Ad ascoltare le ragioni dei due risparmiatori, c’erano il presidente di Consob Giuseppe Vegas, il direttore generale Angelo Apponi, il segretario generale Guido Stazi e il legale della commissione. Le rischieste dei rappresentanti dei risparmiatori colpiti dal decreto che un paio di mesi fa ha mandato in fumo le risorse di tante persone, sono state chiare.

“La Consob deve aiutarci a sensibilizzare tutto il sistema bancario affinché si faccia promotore di iniziative volontarie di rimborso di quanto perso dai clienti beffati”, ha detto Ioannucci, “azioni che, in quanto tali, non sono configurabili come aiuto di Stato”.

In sostanza, per i risparmiatori, dev’essere il sistema bancario stesso a farsi carico di restituire le somme andate in fumo. Il presidente Vegas ha ascoltato le ragioni dei risparmiatori e si è reso disponibile a sostenere questa necessità, ha anche evidenziato che si sta ragionando sul modo in cui allargare il fondo di solidarietà istituito con legge di Stabilità dal governo, ad esempio convogliando all’interno del fondo le somme ottenute dai maggiori ricavi della vendita dei crediti inesigibili.

 

Articolo scritto da Marianna Gianforte

(Le foto della manifestazione)

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