Pittrice scomparsa: il lapsus del figlio “…mi viene da dire Chienti”

Pittrice scomparsa: il lapsus del figlio “…mi viene da dire Chienti, non so perché”, dichiarazioni rese 14 giorni prima che trovassero il corpo della madre proprio in quel fiume.

Il frammento dell’intervista riproposta ieri sera nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?” e rilasciata da Simone Santoleri, figlio di Renata Rapposelli, ad un giornalista della trasmissione di Rai 3, nella quale raccontava in che modo era venuto a sapere della scomparsa della madre:

“Ricevo una telefonata – pronto, buongiorno, sono il maresciallo di…Cingoli – mi viene da dire Chienti, non so perché, ma é Cingoli”

Un banale lapsus o un messaggio subliminale? Intanto sul fronte delle indagini é scattato stamane il sequestro dell’automobile in uso all’ex marito Giuseppe Santoleri e al figlio, mentre ieri gli investigatori sono stati nell’abitazione della donna ad Ancona  per cercare elementi importanti. Poche le indicazioni fornite dall’autopsia, di certo la morte non é stata causata da un colpo d’arma da fuoco, ma lo stato avanzato di decomposizione impone maggiori approfondimenti. Sta meglio l’ex marito Giuseppe Santoleri, che nei giorni scorsi aveva tentato il suicidio facendo un uso eccessivo di psicofarmaci.

Intanto è frenetica i queste ore l’attività dei carabinieri per fare chiarezza sulla morte di Renata Rapposelli, la pittrice 64enne di Ancona scomparsa il 9 ottobre scorso dopo una visita a Giulianova all’ex marito e al figlio, che sono indagati per omicidio e occultamento di cadavere dalla Procura di Ancona. Suo, ormai con pochi margini di dubbio, il corpo ritrovato giorni fa in una zona di campagna a Tolentino, nei pressi del fiume Chienti, su cui ieri è stata eseguita l’autopsia. I militari hanno fatto oggi un sopralluogo in casa della pittrice e chiesto la presenza del legale di marito e figlio, l’avv. Alessandro Angelozzi, per ulteriori accertamenti sull’auto in uso a Giuseppe e Simone Santoleri. Si può facilmente intuire che gli investigatori sono alla ricerca di prove (tracce di terreno e altro) per collocare l’auto sul luogo del rinvenimento del cadavere, abbastanza distante dal percorso che l’ex marito della Rapposelli dice di aver fatto per riaccompagnarla nelle Marche, lasciandola alle porte di Loreto.