Pescara, vertice sugli alberi tagliati e da tagliare

L’argomento è caldo, anzi rovente, e attira anche l’attenzione dei media nazionali: gli alberi tagliati al centro del vertice di oggi a Pescara. A fare da arbitro tra Comune e ambientalisti è la Soprintendenza alle Belle arti e al Paesaggio.

E va bene, forse nessuno poteva immaginare che questa faccenda avrebbe aperto un vaso di Pandora di dimensioni così elefantiache, ma ora è tempo di lasciare uscire tutto e, finalmente, rimettere il coperchio. Sulla questione del taglio degli alberi a Pescara entrambi i fronti contrapposti ritengono, ovviamente, di essere dalla parte giusta. L’assessore Laura Di Pietro rivendica l’esigenza di tutelare l’incolumità pubblica, parla di strumentalizzazioni politiche e ribadisce la correttezza del lavoro svolto dai tecnici comunali relativamente al drastico sfoltimento arboreo. Gli ambientalisti, dal canto loro, parlano di errori grossolani e devastanti, di negazione del confronto, di “paranoie” del sindaco e di un certo incaponimento dell’assessore Di Pietro. Verità o bugie che siano, quel che è certo è che la vicenda ha già (ri)portato Pescara alla ribalta della cronaca nazionale, e anche questa volta non proprio per ragioni edificanti. Posto che anche i personaggi illustri sbagliano (vedi Sgarbi, quando dice che praticamente nessuno muore per un albero caduto) è anche vero che tagliare un albero che non ha bisogno di essere tagliato è un delitto altrettanto grave. Come se ne esce? Per dirimere la querelle si ricorre ad un arbitro esterno, la Soprintendenza alle Belle arti, presente al tavolo convocato oggi alle 17, in Comune. Qualcuno dice che il fischio dell’arbitro arriverà comunque in ritardo, quando le motoseghe sono già uscite dalla rimessa. Qualcun altro preferisce vedere ancora il bicchiere mezzo pieno…e il viale mezzo alberato.