Pescara, sequestrato il Tortuga in maxi operazione GdF

Maxi operazione della Guardia di Finanza: a Pescara, sequestrato il Tortuga, noto locale della riviera, oltre a numerosi beni per vari milioni di euro.

Sequestrato il Tortuga nell’ambito di una maxi operazione Viribus Unitis delle Fiamme Gialle. Agli arresti otto persone e sequestri di beni per 6.5 milioni di euro. A capo dell’organizzazione il noto imprenditore di Montesilvano Mauro Mattucci, proprietario del Tortuga,  in carcere insieme ai suoi due più stretti collaboratori Antonio Gentile e Giuliano Capurri. Ai domiciliari il figlio di Mattucci, Marco, Vincenzo Misso, Nando Di Luca, Carla Cameli e Valerie Laurence Lighezolo. 21, in totale, i denunciati che dovranno rispondere a vario titolo del reato associativo finalizzato alla frode fiscale e alla bancarotta fraudolenta per distrazione, tra questi due commercialisti ai quali é stato notificato un provvedimento interdittivo della professione, si tratta di Antonio Cristofanelli e Lara Martini. Il Modus Operandi partiva dall’acquisizione di aziende in crisi che venivano svuotate dei loro beni e condotte al fallimento, dopo aver occultato scritture contabili, trasferito la sede all’estero ed aver ceduto l’intero capitale sociale a prestanomi compiacenti. Venivano effettuate, anche, – secondo le indagini condotte da Guardia di Finanza e Squadra Mobile di Chieti – fittizie cessioni di beni strumentali al fine di generare crediti d’imposta utilizzati per non pagare le tasse.

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Tra le altre attività illecite anche illecita gestione di recupero di materiale ferroso al fine di drenare risorse finanziarie. In diversi casi, qualora i componenti delle società rilevate non si adeguavano ai metodi imposti da Mattucci, venivano, per cosi dire convinti, con le maniere forti. Si parla di fatturazioni false per un totale di oltre 13 milioni di euro. Tra i beni sequestrati, oltre al Tortuga, dove prosegue regolarmente l’attività ma in amministrazione controllata,  17 unità immobiliari, mentre é stato disposto il sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza dell’ammontare dell’imposta evasa di 43 rapporti bancari e 48 unità immobiliari riconducibili a società e persone indagate.

Il servizio del Tg8