Pescara ricorda Emilio Alessandrini a 40 anni dalla sua morte

Si celebra oggi, martedì 29 gennaio, il 4oesimo anniversario della morte del magistrato pescarese Emilio Alessandrini, ucciso in un agguato terroristico di Prima Linea.

Erano le 8.30 del 29 gennaio del 1979, il magistrato Emilio Alessandrini, prima di recarsi al lavoro, lasciò il figlio Marco (oggi sindaco di Pescara all’epoca di appena 9 anni) alla Scuola Elementare di Via Colletta a Milano. Viaggiava in auto da solo, senza scorta, all’incrocio tra Viale Umbria e Via Muratori venne raggiunto da un commando di Prima Linea mentre era fermo al semaforo, per lui non ci fu scampo. 40 anni sono passati da quella terribile mattina, molto si è detto, atti giudiziari, libri ed anche un paio di film, a condannare a morte Emilio Alessandrini, magistrato all’epoca di appena 36 anni, partito da Penne, sua città natia, per svolgere il suo prezioso lavoro alla Procura della Repubblica di Milano, le sue intuizioni e i suoi approfondimenti sulle connivenze tra il terrorismo di sinistra e certi apparati di Stato legati ai Servizi Segreti. Alcune sue foto furono trovate nel covo di Corrado Alunni, da lì le indagini si diressero senza esitazione verso il gruppo di Prima Linea guidato da Sergio Segi e Marco Donat Cattin, furono loro gli assassini di Emilio Alessandrini, leale servitore dello Stato, padre e marito premuroso, persona per bene.

Diversi gli eventi della giornata commemorativa della scomparsa del magistrato Emilio Alessandrini, in occasione del 40 ennale dell’uccisione a Milano, il 29 gennaio 1979. Le iniziative sono a cura della Presidenza del Consiglio Comunale, con la collaborazione dell’Associazione Emilio Alessandrini e la sinergia con l’Anm Sezione Distrettuale L’Aquila. Stamani alle 10.15  la consueta  e toccante commemorazione al Monumento dedicato alle Vittime del Terrorismo sito in piazza Unione  con autorità, cittadini e studenti.

“Un dovere ma anche un onore per la Presidenza del Consiglio Comunale di Pescara organizzare questo evento – ci tiene a sottolineare il presidente Francesco Pagnanelli – abbiamo poi voluto fortemente coinvolgere anche le scuole perché il ricordo e la memoria siano soprattutto un insegnamento alle nuove generazioni affinché prendano coscienza di una pagina storica dolorosa per il nostro paese.”

Compagno di scuola e poi collaboratore come commissario di polizia, Ennio Di Francesco ha sempre tenuta accesa la fiamma del ricordo di questa immane tragedia:

“40 anni sono passati ma il dolore è ancora profondo – ci dice Di Francesco – quello che ci consola è vedere tutti questi ragazzi giovani e giovanissimi, in loro confidiamo con la speranza che il martirio di Emilio e di molti altri servitori dello Stato non sia stato vano.”

Di tutte le interviste rilasciate in questi anni, prevalentemente in veste di sindaco, quella che puntualmente gli viene chiesta il 29 gennaio è senza dubbio la più delicata e dolorosa, ma Marco Alessandrini non perde il suo aplomb, lui che  questa ricorrenza non ha mai voluto  concentrarla sulla sua persona, ma sull’alto senso morale e civile nato da  quella terribile pagina degli anni di piombo, come riscatto e consapevolezza, pensando ad Emilio Alessandrini, più che come padre, come grande e coraggioso riformista, proprio come era un’altra vittima del terrorismo rosso, Marco Biagi:

 “Quello che mi consola maggiormente – ci dice Alessandrini – è che lo Stato ha saputo combattere e vincere questa battaglia e storicamente è forse il più alto esempio di come la giustizia ordinaria sia in grado di prevalere sulla giustizia sommaria, quella delle condanne a morte sentenziate all’epoca in certi covi.”

La mattinata è proseguita  al Teatro Massimo con la proiezione di un video sulla vita del magistrato e, a seguire, il concerto della Banda della Polizia di Stato. Della sua storia si tornerà a parlare anche il 1° febbraio, nell’Aula  Alessandrini del Tribunale di Pescara, in occasione del Convegno dal titolo “Diritti Infranti- Strategie del terrore e le risposte dello Stato”, a cura dell’ANM, ed il giorno dopo a Penne in un altro convegno nella città che gli ha dato i natali.

Anche il presidente Mattarella, nelle ultime ore, ha ricordato il magistrato:

La mattina del 29 gennaio del 1979 Emilio Alessandrini, sostituto Procuratore della Repubblica di Milano, mentre si stava recando in tribunale, veniva ucciso ad opera di un commando del gruppo eversivo Prima Linea. Magistrato che profuse il suo impegno nella lotta al terrorismo, in particolar modo all’eversione di destra, era noto nella città di Milano e nell’intera magistratura per essere un giudice che aveva affrontato il problema “terrorismo” non solo in un’ottica giudiziaria ma cercando di comprendere il fenomeno dal punto di vista sociale.Illuminato servitore dello Stato, il giudice Alessandrini, barbaramente ucciso a soli 36 anni, è stato l’espressione di una nuova generazione di magistrati, appassionata ed animata da forti sentimenti civili. E’ necessario non disperdere la memoria di quanto accaduto e l’insegnamento professionale ed umano legato a questo magistrato. Rievocare il suo assassinio richiama il senso etico di quanti hanno saputo opporsi ai nemici della convivenza civile nel Paese, per costruire il futuro della nostra comunità, secondo principi di legalità e solidarietà umana.A distanza di quaranta anni dal sanguinoso attentato in cui perse la vita, desidero rinnovare i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica ai suoi familiari, ai colleghi e agli amici che lo hanno conosciuto e stimato e che in questi lunghi anni ne hanno sempre ricordato la passione, la sagacia e lo straordinario impegno nello svolgimento dell’attività professionale”.