Pescara: il Piano Sociale non lascia, ma raddoppia

Pescara: il Piano Sociale non lascia, ma raddoppia con il consenso di tutto il Consiglio Comunale, anche dell’opposizione che si é vista accogliere tutti gli emendamenti.

Dal primo gennaio 2018 entra in vigore il nuovo Piano Sociale del Comune di Pescara, si passerà da 30 a 63 servizi, raddoppiate anche le risorse da 6 a 13 milioni disponibili per l’annualità 2018. Altra importante novità il coinvolgimento, in un regime di perfetta sussidiarietà orizzontale, di tutte le realtà che già operano nel territorio:

“Un piano frutto di oltre dieci mesi di lavoro – spiega l’assessore al ramo Antonella Allegrino – con circa 30 incontri svolti con associazioni e cooperative del terzo settore. E’ un vero e proprio piano regolatore del sociale – aggiunge l’assessore alle Politiche Sociali Antonella Allegrino – perché questa è l’impostazione data al lavoro svolto, con grande impegno, da ottobre fino ad oggi. Per la prima volta nella storia, Pescara ha un piano finalizzato all’integrazione socio-sanitaria. Anche con la Asl, infatti, ci siamo confrontati in una serie di incontri che ci hanno consentito di individuare i servizi da gestire ed erogare in collaborazione. E’ un Piano che include e cresce, come vuole essere la nostra città. E’ stato inclusivo nella parte formale poiché ha coinvolto oltre 200 soggetti, fra associazioni, cooperative, fondazioni e rappresentanti di realtà economiche a cui è stata data la possibilità di fare osservazioni alle varie bozze pubblicate sul sito e discusse anche, in cinque incontri, con le organizzazioni sindacali, che hanno espresso soddisfazione sia per la metodologia seguita sia per l’ascolto. Ed è un Piano che promuove la crescita attraverso la presenza di ben 63 servizi ed interventi a fronte dei 31 del precedente. I soggetti a cui guarda sono: minori, anziani, persone con disabilità, immigrati, donne e nuclei familiari in condizioni di disagio. Questo importante documento è stato approvato dal Gruppo di Piano, composto da 60 persone rappresentative di tutte le realtà presenti sul territorio e operanti nel terzo settore e ha avuto il placet della Giunta. Una metodologia significativa e capillare, basata su confronto e concertazione, che porta ad una visione socio sanitaria innovativa e che ci consente di rappresentare la realtà ed erogare servizi anche attraverso soggetti esterni al Comune, che saranno individuati con gare e avvisi, nella piena e totale trasparenza delle assegnazioni”.

“Abbiamo lavorato molto sul profilo sociale per scrivere un’analisi dei bisogni completa e attendibile – ha aggiunto Roberta Pellegrino che ha coordinato l’attività con il settore del Comune – Contiene anche dati demografici utili per mirare le azioni, si scopre così che la maggior parte della popolazione si concentra nel quartiere di Porta Nuova, il 44 per cento, cosa che la dice lunga su come deve essere organizzato il servizio per i cittadini; quella over 65enne incide per il 23 sulla popolazione totale e questo si traduce in bisogni socio-sanitari importanti. Questo ci ha dato modo di mettere a punto degli obiettivi venuti fuori negli incontri, primo fra tutti l’accessibilità ai servizi. Il Piano contiene infatti una mappa sociale interattiva, per dire a chi ha bisogno come fare per ottenere ascolto e servizi. Le altre priorità riguardano bisogni di assistenza educativa domiciliare, servizi sociosanitari e presenza sulle periferie e abbiamo quantificato in 20 servizi quelli a identificazione socio sanitaria. Questo piano è plurifondo: passa da 5 milioni a 13, perché consente di mettere i servizi su diversi piani tematici e su ogni servizio riscontra un aumento di utenti che cerchiamo di coinvolgere. Abbiamo identificato 63 servizi, quelli con gli obiettivi essenziali, divisi fra: tipologia di azioni dirette che sono 34 e indirette che sono 29 e che vengono sostenute con fondi extra (plurifondo della Asl e risorse regionali, europee e nazionali). Fra questi l’asse tematico principale è rivolto a famiglie indigenti, donne vittime di violenza, migranti, senza fissa dimora, con un aumento del 151 per cento sulla spesa, con i servizi che passano da 31 a 63 e 23 incontri di concertazione, dai 10 del passato. Il Piano si tradurrà anche in un incremento di unità di personale a seconda degli obiettivi e delle linee di azione di riferimento”.

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