Pescara: 90 enne dorme in strada, il futuro dopo sgombero

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Tra le persone senza fissa dimora sgomberate l’altra notte dalla Polizia Municipale dal tunnel della stazione ferroviaria anche un 90 enne, italiano, che vive in strada da dieci anni.

Bruno (lo chiameremo così per proteggere la sua privacy) è di una cittadina dell’entroterra pescarese. Ha 90 anni e da circa 10 anni, secondo quanto riferisce chi lo conosce, non vuole saperne di sistemarsi. In occasione dell’operazione della Polizia Municipale di Pescara ha raccontato di aver lavorato una vita, di aver perso due figli a causa della nefrite, e anche la moglie. “Ho sempre cercato di fare qualsiasi lavoro e non ho mai fatto male a nessuno”, ha detto agli agenti. Di tempre forte, Bruno, forgiato dalla vita dura, difficile e, forse, dalla diffidenza degli altri. Dormiva a terra davanti a uno degli ingressi laterale della stazione, senza cartoni né protezioni. Aveva con sé un pacchetto di sigarette.

“Tra i senza dimora ci sono persone come lui, che non vogliono abbandonare la strada e rifiutano le regole”, afferma l’assessore alle Politiche Sociali, Antonella Allegrino. “Abbiamo sollecitato le unità di strada a verificare la sua presenza in occasione delle uscite periodiche programmate per monitorare il territorio. Facendo rete con le associazioni che assistono i senza dimora in strutture diurne e notturne, riusciamo ad avere sempre riferimenti aggiornati sul loro stato di salute e sulle necessità che hanno. E’ il modo in cui vogliamo essere vicini a chi decide di continuare a vivere in strada, una scelta che spesso scaturisce dall’aver affrontato situazioni molto dolorose o di abbandono.”

Gli operatori della Caritas, che cercano in tutti i modi di aiutarlo, affermano che Bruno percepisce una pensione minima che potrebbe consentirgli di affittare almeno una stanza, ma ormai la casa è la sua strada. I servizi sociali lo hanno preso in carico offrendogli nel 2015 sia di avere un posto in una casa di riposo sia un amministratore di sostegno, ma ha a quanto pare ha rifiutato. L’ultima volta che è stato nella struttura notturna della Cittadella della Caritas (dove non lo vedevano da circa un anno) è stato alla fine di agosto, ma il 25 e il 26 non è rientrato quindi è decaduta la possibilità di dormire perché bisogna rispettare le regole. Lo conoscono anche alla mensa di San Francesco, ma Bruno ha un carattere non semplice perché la vita evidentemente lo ha reso duro. Spesso non vuole sedersi e, ultimamente, si è sentito male ma, portato in ospedale, ha firmato ed è andato via. Gli operatori di On the Road  hanno riferito più o meno le stesse cose aggiungendo che nel periodo invernale ha rifiutato ospitalità in albergo durante l’emergenza freddo. “Insomma, – spiegano gli operatori – la sua è una scelta visto che non è persona confusa nonostante l’età”. Ma forse, Bruno, oltre a un tetto e un pasto caldo, avrebbe bisogno di qualcuno che lo ascolti e condivida la sua storia umana. E’ questa l’altra città, quella che non ti aspetti, in pieno centro cittadino, dove magari più che qualche spicciolo, un saluto e un sorriso, da parte dei passanti frettolosi verso queste persone, farebbero del bene a chi vive per forza o per scelta in strada e anche a noi stessi.