Omicidio Via Tibullo Pescara: La metà oscura dell’assassino

Omicidio Via Tibullo Pescara: La metà oscura dell’assassino, quella di Maksym Chernish, il 23enne ucraino reo confesso per l’omicidio di madre e figlio polacchi.

Arkadiusz Miksza, 22 anni e sua madre Krystyna Miksza di 53, furono barbaramente uccisi la domenica del 24 gennaio scorso nella loro mansarda di una palazzina in Via Tibullo 25. Secondo il perito della Procura, il noto psichiatra bolognese Renato Ariatti, già consulente nei processi a carico di Bernardo Provenzano ed Annamaria Franzoni, Maksym Chernish era parzialmente incapace di intendere e di volere in un quadro psicopatologico di qualità psicotica che lo espone al rischio di reiterazione di fatti previsti dalla legge come reato, ma che lo rende anche ben conscio di quello che avvenne quel pomeriggio e di cosa lo attende ora. Da qui la risposta affermativa di Ariatti al quesito posto , ovvero se l’assassino può affrontare un processo. Quel pomeriggio di domenica dello scorso 24 gennaio, Maksym si era appena trasferito nel piccolo appartamento dove viveva Arkadiusz detto Arka, ci avrebbe dovuto passare qualche giorno prima di trovare un’altra sistemazione. Tuttavia subito dopo il suo arrivo i due giovani hanno cominciato a fare uso di droga, il clima si é surriscaldato forse per un litigio su questioni legate al computer e d’improvviso la furia omicida del giovane ucraino che si é abbattuta anche sulla povera madre di Arka, giunta di lì a poco per fare visita al figlio. La perizia era stata chiesta dal legale di Chernish, Vittorio Supino che ha anche nominato un consulente di parte nella persona di Luigi D’Amico. Le perizie saranno discusse il prossimo 27 settembre nel corso dell’incidente probatorio al Tribunale di Pescara.