Omicidio Jennifer: “Troilo era capace d’intendere e di volere”

Omicidio Jennifer: Lapidario l’esito della perizia affidata al noto psichiatra Massimo Di Giannantonio su Davide Troilo, il 34enne accusato di aver ucciso con 17 coltellate l’ex fidanzata nel dicembre del 2016.

Era stata proprio la difesa del giovane a chiedere una perizia psichiatrica, richiesta avallata dal Gup Nicola Colantonio che ha affidato l’incarico al prof. Massimo Di Giannantonio, tra le altre cose docente di psichiatria alla Facoltà di Medicina dell’Università “G.d’Annunzio” di Chieti. Ebbene, l’esito della perizia non sembra dare grandi speranze all’ex ascensorista di San Giovanni Teatino, il quale, secondo il prof. Di Giannantonio:

“non é stato affetto – recita la perizia –  al momento del compimento dell’atto delittuoso, da patologie psichiatriche, ovvero da elementi clinici di sufficiente valore psicopatologico, in particolare psichiatrico-forense, che possano consentire di affermare che sussistessero aspetti di malattia mentale tali da configurare una condizione di interesse medico-legale ai fini dell’imputabilità, ovvero incidendo o diminuendo la capacità di Troilo di intendere e volere”.

Un esito che non collima con la perizia di parte disposta dal legale di Troilo, l’avvocato Giancarlo De Marco, nella quale si parlava, invece, di parziale incapacità d’intendere e di volere al momento del raptus che ha indotto Troilo, quella tragica mattina del 2 dicembre del 2016, ad uccidere con ben 17 coltellate, la povera Jennifer Sterlecchini, 26 anni, commessa di Pescara che aveva deciso, già da qualche tempo, d’interrompere la relazione. Ora della perizia si tornerà a discutere il prossimo 24 gennaio quando ci sarà una nuova udienza preliminare dalla quale il giudice dovrà stabilire che iter processuale seguire per stabilire il destino di Davide Troilo, il quale rischia l’ergastolo oppure una pena di 30 anni se gli venisse accordato il rito abbreviato che prevede uno sconto di pena. E contro lo sconto di pena, in generale,  si stanno battendo da mesi la madre ed il fratello di Jennifer, Fabiola Bacci e Jonathan Sterlecchini che, in collaborazione con l’associazione “Noi con la Famiglia”, stanno promuovendo una petizione su tutto il territorio nazionale a sostegno della Legge Molteni, approvata alla Camera, ma poi fatalmente incagliata al Senato a pochi giorni dalla conclusione della legislatura.