Omicidio imprenditore Tortoreto: la verità nei tabulati

Omicidio imprenditore Tortoreto: la verità nei tabulati telefonici, dall’analisi sul  telefonino e sulle celle telefoniche gli investigatori sperano di fare chiarezza.

Un altro terribile fatto di cronaca sull’asse Teramo – Ascoli, un altro macabro ritrovamento tra la fitta boscaglia dei Monti Sibillini. Dopo quello dell’impiegata della Prefettura di Ancona Rossella Goffo, i cui resti sono stati rinvenuti nel gennaio del 2011 a Colle S.Marco e per il cui omicidio é stato condannato a 15 anni Alvaro Binni; e dopo  l’omicidio di Melania Rea, il cui corpo fu ritrovato nel bosco di Ripe di Civtella nell’aprile del 2011, per la morte della giovane mamma campana, suo marito Salvatore Parolisi sta scontando una pena di 20 anni, i resti delle ossa carbonizzate, rinvenuti da alcuni pastori nei pressi di un casolare disabitato nella zona del monte dell’Ascensione alle porte di Ascoli Piceno. Resti che appartengono a Demetrio Di Silvestre, 56 anni di Tortoreto, piccolo imprenditore edile, stimato piastrellista, di cui si erano perse le tracce martedì quando, dopo aver detto alla moglie di doversi recare a S.Benedetto del Tronto per un lavoro, non é più rientrato a casa. Si é pensato inizialmente ad un allontanamento volontario, ma ora, dopo la terribile scoperta, il magistrato, Umberto Monti, lo stesso Pm della Procura di Ascoli che indagò sull’omicidio Rea, non può che procedere sull’ipotesi di omicidio volontario. Nessuna ombra sulla vita di Di Silvestre, grande lavoratore, persona per bene ed anche amichevole e cordiale con tutti, così lo ricordano gli amici del bar di Tortoreto Lido dove la vittima spesso si fermava la sera dopo il lavoro prima di rientrare a casa. Nessuna ombra nemmeno sulla sua famiglia, sua moglie dipendente di una cooperativa che gestisce il Nido Sirena, molto conosciuta e stimata a Tortoreto. Chi ha mai potuto accanirsi con tale crudeltà? Il suo o i suoi assassini hanno sicuramente studiato nei minimi dettagli il piano criminoso: i resti abbandonati in una zona disabitata lontana chilometri da insediamenti urbani e la sua auto, una Bmw, lasciata in un parcheggio a Porto S.Elpidio. Agli inquirenti, il Pm Monti e i carabinieri di Ascoli guidati dal Maggiore Luigi Delle Grazie, il compito di fare chiarezza, magari carpendo informazioni utili dai tabulati telefonici al vaglio degli specialisti del Ris. Intanto lunedì l’esame autoptico affidato all’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, lo stesso che si occupò dei casi di Rossella Goffo e Melania Rea.

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