Omicidio Cervoni: Le testimonianze inchiodano Spinelli

Viene ritenuta poco credibile la ricostruzione fornita al giudice da Guerino Spinelli, in sua difesa, per l’omicidio del 35enne di Penne Marco Cervoni avvenuto la mattina del primo gennaio.

Sono numerose le testimonianze, oltre a quelle rese dalla coppia di rumeni che ospitava Marco Cervoni nel proprio appartamento in Via Tavo 171, che non solo collocano Guerino Spinelli sulla scena del crimine, ma che descrivono anche nel dettaglio il suo comportamento, di tutt’altro tenore rispetto a quanto riferito, ieri, al giudice nell’interrogatorio di garanzia. Il 29enne pluri pregiudicato di etnia rom, difeso dall’avvocato Melania Navelli, ha detto di essere intervenuto per soccorrere il Cervoni agonizzante sul pianerottolo e poi di non essersi rifugiato in un’appartamento vuoto, ma di essere andato a riposarsi. Una versione che non convince gli inquirenti e tanto meno il giudice che ha confermato l’arresto. I principali testimoni, la coppia di rumeni che ospitava la vittima, hanno dichiarato che Spinelli è entrato in casa come una furia insultando e colpendo ripetutamente Cervoni ancora al letto e lo ha poi inseguito fino al pianerottolo. Una ricostruzione ad hoc per far ricadere sul 29enne la colpa? No secondo gli agenti della Squadra Mobile guidati da Dante Cosentino che hanno raccolto anche altre testimonianze, molto dettagliate, che confermano quanto detto dai rumeni. Addirittura una, in particolare, riferisce di aver visto Spinelli prendere violentemente a calci Cervoni sul pianerottolo, altro che prestargli soccorso. E poi le urla e gli insulti, da quel “perché non mi hai telefonato”, ad altri e vari improperi. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, Cervoni fungeva da spacciatore per conto di Spinelli, alla base del raptus omicida, evidentemente, un comportamento ritenuto scorretto dal presunto omicida, ma sul movente si sta ancora indagando. Intanto l’esito dell’autopsia conferma la causa della morte, un colpo fatale alla testa dalla stampella considerata l’arma del delitto. Intanto lunedì pomeriggio, a partire dalle 18.30, il Comitato “Per una nuova Rancitelli” organizza una fiaccolata silenziosa di solidarietà per le vie del quartiere a partire dalla Parrocchia “Dei SS Angeli Custodi” per ribadire che ancor prima della repressione, occorre fare un lavoro di prevenzione sul territorio, di riqualificazione urbanistica, di riappropriazione degli spazi, dotare il quartiere di servizi e infrastrutture, non lasciare spazio alle sacche di degrado che poi vengono occupate da chi delinque.

Il Servizio del Tg8:

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