Omicidio Bucco a Pescara: la Procura si arrende, la famiglia no

Omicidio Bucco a Pescara: la Procura si arrende, la famiglia no – chi sa parli! – il nuovo accorato appello, dopo l’ennesima archiviazione, dei famigliari.

“Sicuramente l’attività d’indagine è stata importante. Avevamo chiesto accertamenti integrativi, ma il gip ha ritenuto queste richieste non condivisibili. Auspichiamo che chi ha delle informazioni utili alla riapertura delle indagini le dia”.

Così Alberto Faccini Caroppo, legale dei familiari della vittima, commenta l’archiviazione delle indagini sulla morte di Nicola Bucco, l’uomo di 53 anni, che il 14 novembre del 2012 è stato ucciso con tre coltellate a Pescara, nella sua abitazione di via Leopardi.

“E’ evidente, allo stato – scrive il gip Nicola Colantonio nel decreto di archiviazione – che le indagini di Polizia Giudiziaria, seppure espletate in maniera certosina, analitica e completa, non hanno permesso di identificare l’autore del delitto”.

Per questa vicenda finirono nel registro degli indagati tre persone, ovvero Emilio Massacese, Giuseppe Del Rosario e Ben Amri Rafik, ma Colantonio spiega che sia i rilievi compiuti sulla scena del crimine che le analisi delle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza non hanno fornito elementi utili ad individuare l’assassino.

“Le indagini tecnico-scientifiche effettuate, in maniera certosina e completa – scrive il gip – sui reperti rilevati dalla Polizia Scientifica nell’abitazione in cui veniva rinvenuto il corpo esanime di Bucco Nicola, non hanno permesso di evidenziare elementi di connessione con la posizione degli indagati”. Il gip aggiunge che “la Polizia Giudiziaria ha correttamente proceduto ad esaminare la posizione di tutti i soggetti che le telecamere pubbliche hanno ripreso nel mentre si trovavano a transitare, dopo Bucco Nicola, sulla strada, fronte riviera, che portava verso l’abitazione della persona offesa senza rilevare elementi di collegamento e relazionali utili alle indagini”.

Il giudice, infine, respinge la richiesta di un supplemento di indagini, avanzata dai legali della famiglia Bucco, considerando in alcuni casi “irrilevanti” e in altri “superflue”, le attività investigative sollecitate dagli avvocati.